Disse Ulisse (o meglio, Dante)...

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"

mercoledì 17 ottobre 2018

A eterno ricordo di Sicilo e Euterpe

La più antica canzone di cui siamo a conoscenza riesce ancora a comunicarci le sue sensazioni.




Il primo eroe che l'umanità ricordi fu Gilgamesh, sovrano di Uruk che, disperato dalla morte dell'inseparabile amico Enkidu, partì invano alla ricerca dell'immortalità.
Dopo il suo viaggio in un fugace incontro lo spettro di Enkidu gli rivelerà l'unico modo per non patire dopo la morte: generare tanti figli, così da non essere dimenticati. Non si sa quando e se Gilgamesh sia davvero vissuto, ma le testimonianze della sua epopea arrivano dal III millennio a.C.: dopo 6000 anni l'eroe è ancora ricordato, ha raggiunto il suo ideale di immortalità.

Millenni dopo Achille si ritroverà davanti a una scelta: vivere una vita breve ma piena di gloria e quindi ricordata nei secoli oppure una vita lunga, tranquilla, serena ma condannata all'oblio della storia?
Come per l'aldilà sumerico-babilonese anche l'Ade greco prevedeva una condizione immortale migliore per chi veniva ricordato dopo la morte. Achille morì giovane poco prima della caduta di Troia, ma la sua storia, proprio come quella di Gilgamesh ed Ernesto de la Cruz, è ancora un ricordo vivido in questo mondo.

Finché vivi mostrati al mondo, non affliggerti per niente: la vita dura poco. Il tempo alla fine esige il suo tributo.


Sicilo fu un poeta greco. Non ricordiamo nulla della sua vita, e della sua produzione non c'è arrivato nulla se non un epitaffio; noi però possiamo ancora immaginarlo in ginocchio di fronte a una tomba (probabilmente della moglie di nome Euterpe) e possiamo sentire il suo canto malinconico spezzato dalle lacrime.

Un'immagine, [io,] la pietra, sono; mi pone qui Sicilo, segno durevole di un ricordo immortale.
Il suo nostalgico canto è davvero immortale: Sicilo lo scolpì su una pietra (ora custodita nel Museo nazionale danese) che pose sulla tomba della moglie. Assieme alla poesia vi aggiunse quello che possiamo definire uno spartito: questo rende l'epitaffio di Sicilo (databile tra il II sec a.C e i I d.C.) la più antica canzone che ci sia pervenuta integra.
Un'ode alla vita dedicata a chi non viveva più: di Sicilo non sappiamo nulla, ma dopo tutti questi secoli il suo spirito è ancora in grado di trasmettere emozioni allo stesso modo di uomini la cui biografia è un ricordo così impresso da essere diventata fiaba.


Testo completo.

Un'immagine, [io,] la pietra,
sono; mi pone
qui Sicilo,
segno durevole
di un ricordo immortale.
Finché vivi, mostrati al mondo,
non affliggerti per niente:
la vita dura poco.
Il tempo alla fine esige il suo tributo
 
Sicilo a Euterpe Sicilo [, figlio] di Euterpo Sicilo [, figlio] di Euterpe






Non sono uno storico e L'epopea di Gilgamesh in particolare l'ho letta solo in riduzioni. Spero di non aver commesso eventuali erroroni filologici: nel caso me ne scuso e vi invito anzi a farmeli notare nei commenti.
Vi ringrazio per la lettura: volevo condividere con voi l'aver scoperto questa antichissima canzone.

5 commenti:

  1. Pensa tu, ero completamente ignorante a riguardo... No, non su Gilgamesh e la sua epopea (che però ammetto di conoscere poco) ma proprio sul poeta greco e il primo esempio di canzone integrale. Evocativa, non c'è che dire.

    Moz-

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    1. Di Gilgamesh io ho letto solo una riduzione per ragazzi anni fa.

      L'esistenza di Sicilo e dell'epitaffio non è per niente cosa nota ai più, io l'ho scoperta per caso... E ho scritto questo post proprio per condividere con altri questa conoscenza!

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    2. Beh, allora grazie, Eros-kun! :)

      Moz-

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  2. Eleggo questo post il mio preferito sul tuo blog!
    Da brava filologa del cuneiforme non starò qui a scassare con noiose correzioni, piuttosto: metti nella tua lista desideri la versione integrale dell'Epopea di Gilgameš! Oltre a essere una delle epiche più antiche della storia dell'umanità è davvero incredibile, nonostante tutte le lacune e le discussioni interpretative! Oltretutto, confrontarsi con un "profano" su questi temi sarebbe un ottimo spunto (..lo sai vero che spesso le antiche città sono state scoperte da appassionati e non da archeologi? Così come per quanto riguarda la decifrazione di alcune antiche scritture!).
    Quindi rimango sintonizzata!
    A proposito, ottimo il passaggio dall'antica Mesopotamia all'antica Grecia. Ottimo articolo davvero!

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    1. L'epopea di Gilgameš è assolutamente in lista. Io per ora ho solo letto da ragazzino la riduzione "Gilgamesh l'eroe sumero" di Ruggero Y. Quintavalle, ma è da tanto che volevo cimentarmi nella lettura del testo originale. Quando lo leggerò magari ne parlerò sul blog, così potremmo confrontarci!
      Mi fa piacere che tu abbia apprezzato il post! Quando lo stavo scrivendo ero proprio curioso di sentire il tuo parere! :D

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Disse Anton Ego...

"Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale."