Disse Ulisse (o meglio, Dante)...

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"

lunedì 22 agosto 2016

GO!: La collana capperi dorati

Questa storia ha un anno esatto: la realizzai tempo fa per un gioco con dei miei amici: dovevamo scrivere un racconto che contenesse cinque parole scelte precedentemente in un dato ordine. Ho scelto di pubblicare questo racconto, dato che in termini di continuity della serie è fondamentale: lo ho lievemente modificato, togliendo un paio di quelle parole, dato che alcune le avevo inserite un po' a forza. 
Ultima nota: l'oggetto di contesa della storia è la collana "capperi dorati": un nome demenziale un po' in contrasto con l'atmosfera seria della storia. Questo perché una delle parole da inserire era proprio "capperi" e perché fa riferimento a un'altra storia che aveva scritto un mio amico per lo stesso gioco, dove compariva sempre questa collana, e questa storia aveva un tono molto più comico.





« Ahah! » disse Giovanni « Ultimamente sta diventando sempre più semplice, non è vero, Lloyd? »
« Mi trovi pienamente d'accordo. Non so come sia possibile che i ricchi siano sempre più sprovveduti, è un mistero! »
« Oh, se hai ragione! » disse ridacchiando Giovanni « Siamo entrati senza problemi: è bastato fingerci un riccone con il suo maggiordomo, prendere in affitto per qualche mese una casa nella zona, stringere amicizia con i nostri facoltosi vicini, e loro ci hanno dato le loro chiavi di casa per dar da mangiare ai cani da guardia, una volta partiti per le vacanze! Pure i cani hanno imparato a fidarsi di noi, quindi non hanno fatto storie vedendoci arrivare qui nel pieno della notte. »
« E questa volta nemmeno la polizia ha la più pallida idea di dove siamo. Ci staranno ancora cercando in Italia, mentre noi siamo qui, dall'altra parte del mondo! »
Erano in una casa in un quartiere borghese di una cittadina americana: i proprietari a giudicare dall'arredamento e dall'estensione della villa erano molto agiati, altoborghesi, ma non milionari. I due nell'appartamento erano nientemeno che Giovanni Ode e il suo socio Lloyd, due ladri di fama internazionale.
« C'è da dire che stavolta stiamo rapinando una casa al di sotto dei nostri standard. » affermò Ode infine « Solitamente avremmo scelto come obbiettivo un lord, ma ci siamo limitati a questa famiglia benestante, quindi un obbiettivo più semplice. Ma qui c'era un bottino impareggiabile: la collana capperi dorati. Un nome molto ridicolo e insulso, è vero, ma la descrive benissimo: è composta da cento pepite d'oro grosse come capperi... È stata fatta da un particolare artigiano duecento anni fa, e questo le da anche un valore collezionistico non indifferente. È di sicuro quello di più prezioso che c'è nella villa, il resto è roba di poco conto, che ha un valore a malapena discreto. »
« Non vorrai astenerti dal rubare il resto? » chiese ironicamente Lloyd.
« Ahah! Certo che no, caro mio! »
Ormai erano in quella zona da mesi, e i due proprietari della casa li avevano presi in simpatia e riposto fiducia in loro: gli avevano mostrato dove si trovava questa collana: mai i coniugi avrebbero immaginato che i loro nuovi amici avrebbero fatto abiura di questa fiducia. Senza indugio i due ladri andarono al piano di sopra, dove era custodito il loro obbiettivo. Siccome era notte, i due avevano acceso le luci. Una volta arrivati nella stanza dove si trovava il loro bottino, però le luci si spensero. I ladri rimasero stupiti e interdetti per qualche istante, e misero mano alla pistola con ansia e apprensione. Stettero così alcuni minuti, ma non successe nulla.
« È di un'inutilità estrema stare ancora qui a preoccuparci. Sarà stato solo un cortocircuito, riprendiamo il nostro obbiettivo. » affermò Giovanni titubante.
Ode fece appena in tempo a finire la frase, che una voce riecheggiò per tutta casa. Era una voce inquietante, sembrava quasi non essere umana.
« Oh, ma come ti sbagli. Vediamo se le mie informazioni sono esatte... Tu sei Giovanni Ode, e tu sei Seamus Lloyd, non è così? »
Non riuscivano a capire da dove venisse la voce: poteva venire dal piano inferiore, come dalla soffitta, come dalla stanza accanto. Una cosa era strana però: la voce era così assordante che avrebbe dovuto far tremare tutti i vetri della villa, svegliare l'intero quartiere e spaventare i cani da guardia, ma non successe nulla di tutto questo.
« S-sì. Siamo noi. » affermò Lloyd. Lui e il suo socio estrassero la pistola, pronti a sparare a qualunque cosa vedessero muoversi.
« Ahah! So tutto di voi. Siete due ladri che si sono trasferiti qui sotto falsa identità, e ora volete derubare la vostra dirimpettaia. Sapevo che vi avrei trovati qui, il 12 agosto 1963. Sapevo che avreste voluto rubare la collana capperi dorati. Vi consiglio di posare quelle pistole, vi saranno totalmente inutili contro di me. »
« Chi sei? Perché i cani non si spaventano sentendo la tua voce? » chiese agitato Ode.
IMP
(disegno di Alice Rovai)
« Oh, ma la mia voce è solo nella vostra testa. Vi sto comunicando per telepatia! Se volete chiamatemi... IMP. » rispose la voce. Questa voce era così inquietante che al solo sentirla, la pelle dei due coraggiosi ladri si accapponò. Ma appena videro il volto del loro interlocutore... tremarono persino di paura. Apparve dalle tenebre in cui era avvolta la casa, emettendo un'aurea di luce attorno a sé. Non era una faccia umana: era pallida, anzi, totalmente bianca e i suoi occhi erano sproporzionati e totalmente neri. La bocca era dello stesso colore, e formava un sorriso anch'esso sproporzionato con la faccia. Le orecchie erano a punta come quelle di un elfo, e i capelli neri e ricci riuscivano a coprirle poco. Il resto del corpo si intravedeva nell'ombra, rischiarato appena dall'aurea attorno al volto: era esile e indossava uno smoking nero. Qualcosa luccicava anche all'altezza della mano: era un anello.
Ode e Lloyd rimasero molto turbati da quella visione.
« I-imp, in inglese... Vuole dire "diavoletto". » disse Lloyd tentando di mascherare la paura
« Lui è quindi un demone? » chiese Ode
« Se non lo è, ci assomiglia molto... »
« Ahah! Un demone... » disse divertito IMP.
Ode e Lloyd si fecero coraggio e spararono verso quell'orrenda visione. Non riuscirono nemmeno a scalfirlo: dalle punte delle sue dita uscirono cinque colonne di fuoco, che fusero tutti i proiettili.
« Vi avevo detto che le vostre pistole erano inutili. Potrei anche cucinarvi. » affermò ironicamente il diavoletto.
Ode e Lloyd indietreggiarono intimoriti.
« Tranquilli, non vi ucciderò, mi servite vivi... »
IMP avanzò verso di loro. Arrivò ad averli proprio davanti a sé. I due ladri riprovarono a sparare, ma i proiettili stavolta rimbalzarono addosso allo strano essere.
« Questo è stato molto meno teatrale... Vi ho già detto che quelle vi sono inutili! » disse con aria scocciata.
« Se quello che hai detto è vero, Giovanni, la cassaforte è dietro il quadro che è alle vostre spalle. » proseguì, avanzando verso il quadro.
« Quando lo avrei detto?! » rispose con furia il ladro
« Non ora, ma lo dirai, lo dirai... » affermò enigmaticamente IMP.
IMP tolse il quadro, e dietro c'era effettivamente una cassaforte.
« Che cassaforte arretrata! ll chiavistello di una fortezza medievale sarebbe stato più moderno. » disse con fare ironico il demone.
« Arretrata? Ma se è uno degli ultimi ritrovati! È praticamente impossibile aprirla se non si conosce la combinazione! » affermò Ode contrariato
« Dici? »
IMP appoggiò la mano sul portello della cassaforte e dopo qualche secondo... si aprì da solo. L'essere prese allora la collana all'interno.
Ode e Lloyd si guardarono e si lanciarono uno sguardo d'intesa. Assalirono IMP alle spalle. O almeno tentarono, perché l'essere scomparve nel nulla in un bagliore di luce che li accecò. La sua voce però si rifece sentire nella loro testa dopo pochi secondi.
« Ma bene! Volevate aggredirmi... Ma io lo sapevo. Me lo avevi detto tu, Ode. Ho preso quel che volevo, la collana capperi dorati: Sappiate che vi converrà scappare, ho avvisato la polizia... Così per tutti l'autore del furto sarà stato Giovanni Ode. Tranquilli, vi assicuro che non verrete arrestati, siete troppo in gamba. Ora io vi lascio, ma state sicuri che ci rivedremo. Ci rivedremo, in futuro. »

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Disse Anton Ego...

"Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale."