[CONTINUA dallo scorso episodio]
Ci portarono in
un’isola deserta. King mi spiegò che quell’isola era Flinthear,
un’isola appartenente al Cousudor, ma molto distante dal resto
della nazione, e che non apparteneva né al distretto di Catalina né
a quello delle Isole Petridi. Era stata adibita a riserva naturale, e
l’accesso all’isola era precluso a tutti. Tempo addietro
Orifiamma aveva provato a trasformare l’isola in uno scalo
portuario per poter espandere i suoi commerci fino alle vicine coste
della Sicilia, ignaro che la Banda Encomiabile usasse quell’isola
come base. Fortunatamente non ottenne i permessi necessari!
In una grotta
dell’isola la Banda Encomiabile aveva nascosto tutti i favolosi
tesori che aveva rubato durante la sua carriera: la caverna dellemeraviglie di Aladino non doveva essere troppo diversa. Vidi
centinaia di lingotti d’oro, di diamanti, riconobbi alcune statue e
dipinti appartenuti a von Pest e anche il rubino Trapezoidale che
appartenne a Giovanni Ode per tanti anni. A vedere tutti quei
preziosi mi commossi. Clarissa mi venne vicino e mi sorrise.
<< Perché
piangi? >> mi chiese.
<< In questa
caverna sono racchiusi gli ultimi anni della mia vita. Ricordo ogni
singolo evento, dedicai un articolo e condussi inchieste su ogni
singola cosa che è qui dentro… >> le dissi
<< Anche su di
te? Anche su di me? >> mi chiese ridendo lei
King aveva
evidentemente sentito ciò che avevo detto, perché intervenne nella
discussione.
<< Sono
racchiusi anche i miei ultimi anni di vita. E non sai quanto starò
male ora che dirò addio a tutto questo. Non per il valore, ma… per
ciò che è stato, per le centinaia di avventure ed esperienze
legate. >>
Rimasi interdetto:
che intendeva?
La Banda Encomiabile
aveva scelto di ritirarsi. Questa sarebbe stata la loro ultima
avventura, perché ormai il loro nome era legato a un omicidio e non
volevano che così fosse.
Dopo tornammo a
Cuordi. I tre ladri ci portarono fino a casa di Clarissa.
In quel momento ero
molto triste: un capitolo della mia vita si stava per chiudere. Erano
anni che mi occupavo dell’Encomiabile. Di cosa avrei scritto ora?
Di cosa mi sarei occupato? Mi resi conto in quel momento che,
nonostante fino a quel momento fossimo stati su due diversi fronti,
la mia amicizia con Dav era a modo suo continuata: in quel momento
infatti non sentivo di stare con dei ladri suoi rivali, ma con degli
amici che mi avevano dato per anni un obbiettivo nella vita. In quel
momento li ho persi, e mi sono sentito vuoto interiormente.
Il mattino dopo io e
Clarissa decidemmo di andare via velocemente da Cuordi: non era un
posto sicuro dopo che Orifiamma ci aveva fatto rapire la sera prima.
Ora ci siamo trasferiti a Catalina, capitale del Cousudor che si
trova sulla terraferma, in una casa appartenente a un cugino di
Clarissa, Donato, che ci ha anche traghettati fino a Catalina. È uno
dei due marinai di Cuordi che non lavora per Orifiamma: l’altro è
il suo anziano datore di lavoro, Eridano Impreso, che possiede una
piccola barchetta. Donato vive a Cuordi sulla nave di Impreso, ma ha
una casa a Catalina.
Siamo qui da alcuni
giorni… Ho recuperato il computer la sera stessa che sono stato
liberato dall’Encomiabile, ma solo ora sto scrivendo sul diario un
resoconto di quanto successo nei giorni scorsi. E devo ancora
scrivere al giornale un articolo riguardo al furto subito… cioè,
architettato, da Orifiamma. Ma non so cosa fare. Ma sopratutto non so
cosa mi aspetta per il futuro. Ho pensato persino di trasferirmi qui
nel Cousudor. Chissà, magari assieme a Clarissa, che è una ragazza
così gentile e carina… Proprio non saprei. Come al solito mi
restano solo domande.
FINE
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