Disse Ulisse (o meglio, Dante)...

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"

domenica 5 luglio 2015

Il porto proibito

Ho appena finito di leggere "Il porto proibito", romanzo a fumetti di Teresa Radice e Stefano Turconi. È quasi l'una di notte, ma chissenefrega. Devo parlarne, e subito, voglio cogliere l'emozione del momento che mi ha lasciato la lettura. Voglio dire la mia su questa opera, e lo farò qui sul mio blog... infondo è nato per contenere tutte le cose che voglio scrivere.

Non so se questo post sarà una vera e propria recensione, perché lo sto scrivendo di getto, ma spero vivamente che in qualunque modo venga, sia abbastanza persuasivo da convincervi a scucire 21 euro e comprarlo.
Cosa posso dire di questo fumetto? Temo davvero che qualunque commento lo sminuirebbe! Lo ho iniziato a leggere alle 19, e lo ho finito di leggere poco fa... Finito tutto in una sola serata! E conta più di 300 pagine... Questo vuol dire che la lettura mi ha coinvolto e mai annoiato, mi ha accompagnato e immedesimato con i personaggi stessi (come non mai mi sono rispecchiato in Abel), a cui mi sono affezionato. A prima vista potrebbe anche sembrare una lettura pesante, piena di citazioni a poesie e passi della Bibbia, ma vi assicuro che non lo è.
Se il fumetto è la nona arte, questa lettura è sicuramente un'opera artistica, e lo si può capire dall'accuratezza e dalla passione che i due autori hanno messo nel realizzarla. Anzi, più che passione, qui si parla di vero e proprio amore; sì, si percepisce amore leggendo questo fumetto, che sia l'amore che le tre figlie provano per il padre o quello di Re per Nats o quello di Teresa per Stefano (già, i due autori sono sposati...!) o quello che Teresa e Stefano hanno sicuramente provato per questo graphic novel... Quest'ultimo amore rende automaticamente questo fumetto una vera opera d'arte, costruita con accuratezza, in mesi e mesi di lavoro, dove ogni singolo dialogo è stato pesato, ogni singola citazione è stata presa con criterio (mi congratulo con Teresa Radice per la sua cultura!) e ogni singolo disegno è stato costruito con fatica ma con passione (sono sempre espressivi e soprattutto emozionanti, come ho letto in giro sembrano quasi acquerelli, mentre si tratta di matite... Per riportare le parole del fumettista Giorgio Salati, sicuramente più bravo di me ad usare le parole per descrivere: "...Seriamente: se Stefano quest'anno non si becca qualche premio come miglior disegnatore italiano non so proprio chi lo possa meritare. Tutto a matita, signori. Un godimento unico, da guardare e riguardare, come fosse una scultura del Canova, come fosse la casa dove abitavate da bambini, come fosse la donna che amate...").
Davvero, non posso dire null'altro. Specialmente sulla trama evito di dire qualcosa, voglio che la scopriate voi senza che io stia a dirvi nulla. Il massimo che faccio, è trascrivervi la sinossi in quarta di copertina, così da invogliare di più il vostro acquisto:
Abel, giovane naufrago senza memoria, restituito dal mare perché sveli un mistero che il mare ha inghiottito. 
La storia di un amore così puro da squarciare il velo della morte e il cuore di chiunque la legga.
Sinossi che è leggermente fuorviante, dato che che come ho detto prima questa è la storia di tanti amori, non di uno solo.
Se dovessi dare un voto sarebbe di sicuro 10.
Ma sicuramente, cosa più utile di un voto, lo consiglio vivamente a tutti quelli che per caso si ritroveranno a leggere questo post: spero di essere stato abbastanza chiaro e convincente da convincervi all'acquisto... E sto sul serio meditando di regalarlo a qualche amico!
Io conoscevo i Turconi grazie alle loro storie realizzate per Topolino, dove sono trai migliori autori, e sono davvero contento di scoprire che anche in altri contesti più maturi sono ottimi, e sanno mantenere la loro tipica poeticità.
Per ultima cosa, ho trovato una strana coincidenza: i lavori per questo fumetto sono iniziati il 31 maggio 2013 e sono finiti il 28 gennaio 2015... e il 28 gennaio è il mio compleanno!

2 commenti:

Disse Anton Ego...

"Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale."