Disse Ulisse (o meglio, Dante)...

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"

lunedì 29 aprile 2019

Io, insomma, dovevo vivere, vivere, vivere.

Il mio ultimo post ha richiesto davvero tante energie ed è uscito corposo e granitico. Mi piace un sacco, ma ora c'è bisogno di qualcosa di più leggero, e non c'è niente di meglio di viaggio sul lago di Garda per alleggerirsi un po' la mente e lo stomaco. Almeno che a cucinare la cena non sia il caro vecchio Edoardo. 





Con Elisa, questo dicembre, ho già visto Desenzano del Garda, città situata sulle rive dell'omonimo lago lungo il tragitto del Frecciarossa Torino Porta Nuova-Venezia Santa Lucia. Lì io e la mia fumettista preferita abbiamo trovato sia un'interessante mostra dedicata ai 90 anni di Topolino, di cui ho parlato abbondantemente qui, sia un bellissimo paese dall'atmosfera medievale, ma allo stesso tempo perfettamente inserito nel presente. Un posto troppo bello per non tornarci, e soprattutto per non tornarci in compagnia di due nostri amici.

È sempre un piacere vedere gli amici lontani, in particolar modo Lorenzo ed Edoardo, due spiriti opposti ma ottimamente assortiti che hanno accompagnato me e la mia Elisa in giro sulle coste del lago di Garda. Compagni di tanti viaggi, compagni di avventure, sono stati con noi già nell'avventuroso inseguimento sulle vie notturne del padovano, e ci siamo ritrovati assieme in questo nuovo giro lacustre, tra castelli, gargantuesche abbuffate e passeggiate in siti preistorici.

Abbassa il cellulare e guarda il mondo davanti a te.
Il lago di Garda da Malcesine



"L'importante non è la destinazione, è il viaggio" dice un'antica frase fatta. Oggigiorno quest'aforisma ha perso di senso se inteso letteralmente: abbiamo il comfort di decidere qualunque destinazione su questo mondo e di imbarcarci su un generico mezzo di trasporto capace di portarci alla meta nel giro di poche ore. Immaginate il viaggio di Odisseo con questa premessa: non sarebbe potuto mai nascere una delle opere letterarie più significative dell'umanità. Nonostante questo, il viaggio, il moto a luogo, per quanto breve, è il momento che sinceramente preferisco: aspetto di raggiungere una meta, sono a posto con me stesso e devo solo rilassarmi, dedicarmi totalmente ai miei pensieri, al paesaggio fuori dal finestrino, alle persone accanto a me e al massimo a leggere. Che sia in treno o in macchina come passeggero, sedermi e aspettare di raggiungere la meta è uno dei momenti più magici e atemporali che io sperimenti. "Spento e gelido mattino/Il tremolio sul treno ispira un/torpore fuori dal tempo", dice quel mio vecchio haiku. Mi succede spesso di avere nostalgia del viaggio in treno, della pace che mi ispira e dell'aria della partenza.
Raggiungere Desenzano a bordo di due sgangherati regionali è stato quindi un piacere, soprattutto perché mi ha permesso di iniziare un racconto che, appena concluderò, pubblicherò qui sul mio blog. Un serio momento di respiro mentale.





Se c'è una cosa che mi rilassa ancor di più del viaggio è l'attesa che un mio amico mi raggiunga. Arrivato a Desenzano ho aspettato alcuni minuti che Lorenzo ed Edoardo arrivassero in macchina, e dopo, nell'attesa che arrivasse anche Elisa, abbiamo iniziato a guardaci "Lo chiamavano Trinità" a bordo dello sfavillante rottame di Edoardo. Mi è quasi dispiaciuto che Elisa ci abbia raggiunto, perché abbiamo dovuto interrompere il film a metà!

Sono seguiti tre giorni all'insegna della vitalità, della spensieratezza e del buon cibo, in giro per ristoranti, supermercati e castelli.

Dopo una veloce visita serale alla penisola Sirmione, ad ammirare i pesci del lago, il mattino dopo ci siamo spinti a vedere Malcesine, località più a nord di Desenzano, sempre sul lago di Garda. Qui abbiamo girato il castello Scaligero locale, adibito a museo sulla fauna lacustre, e fatto una passeggiata sulla costa del lago.

Mentre camminavo per i cornicioni del castello, sporgendomi di tanto in tanto dai parapetti e dalle ringhiere ad ammirare il paese dall'alto e la distesa delle acque, mi sono sentito quasi morire. No, non per l'immenso spettacolo del lago di Garda: è stata colpa dello scalino non segnalato tra la ringhiera e la fine del cornicione: mi sono sentito per qualche istante il vuoto sotto ai piedi e mi è sembrato quasi di cadere dalla cima delle mura fino ai piedi del castello. Per fortuna è stata una sensazione di un attimo, ma di quell'attimo in cui ti passa davanti tutta la vita.

Dopo un'immensa cena troppo abbondante ma buonissima per colpa di Edoardo e troppo piccante ma divertentissima per colpa di Lorenzo, il giorno dopo ho rapito la mia compagnìa e l'ho portata a vedere uno dei centri archeologici della Val Camonica, per la precisione il parco Archeologico comunale di Seradina-Bedolina. Erano mesi che desideravo vedere le incisioni dei camuni, e mi è molto dispiaciuto constatare come le incisioni sulle rocce siano ormai quasi del tutto invisibili, corrose dal tempo e dagli agenti atmosferici. Si vedono molto meglio in foto, persino nelle foto che ho scattato io ho visto meglio i disegni.

Nonostante questa difficoltà a leggere le incisioni, il posto è stato molto suggestivo, e mi ha fatto fare molte domande su come doveva essere il mondo e la vita millenni fa.

Io sinceramente, da inguaribile abitatore di metropoli, fatico a contemplare uno stabilimento umano immerso nel nulla, non collegato a niente, privo di strade e in mezzo al verde. La prima cosa che non riesco a immaginare è di cosa possano essere fatte le case di un villaggio del genere, come possano essere strutturate e disposte. Poi mi chiedo come possano le persone muoversi da un posto all'altro senza nessuna strada né indicazione dei percorsi. E questa visita ha risposto a uno di questi miei dubbi: le incisioni rupestri nel parco di Seradina-Bedolina rappresentano anche delle probabili mappe della zona, e mi piace immaginare che i disegni vicino a queste mappe rappresentino i vari villaggi e le caratteristiche dei loro abitanti.

Un'altra domanda che mi sono fatto guardando questi disegni stilisticamente così approssimativi è: chi li faceva? Persone comuni, oppure maestri specializzati? A ragionarci bene, per quanto così stilizzati, questi disegni dovevano essere fatti da una persona esperta: intagliare la roccia non è un lavoro semplice e serve una certa esperienza per farlo. Leggendo i pannelli esplicativi vicino le incisioni ho scoperto che addirittura si è cercato di capire quali opere siano state realizzate dalla stessa persona, guardando l'epoca, lo stile di disegno e i temi trattati nell'incisione. Addirittura le didascalie ipotizzano che alcuni dei disegni, degli stickman particolarmente anonimi, siano il ritratto specifico di un qualche personaggio importante locale (data la rilevanza in termini di dimensioni del pene, delle mani e la maggior grandezza in confronto alle figure limitrofe), di cui l'unico ricordo rimastoci è questo irriconoscibile insieme di linee e cerchi.






Durante il ritorno a Desenzano ci siamo fermati per un gelato sul lago. Con mio stupore ho scoperto che si trattava del lago di Iseo e non più di quello di Garda. Abbiamo viaggiato un po', quel giorno.

La sera, dopo la scorpacciata di cultura in Val Camonica, l'abbiamo passata dentro l'appartamento a guardare Ciao Darwin alla televisione, e il giorno dopo è volato in un pranzo tranquillo e in corse per raggiungere i treni. Io sono partito per ultimo, ma mi è dispiaciuta l'attesa del treno. Ho salutato Elisa, partita sul suo alta-velocità per Padova, e sono subito uscito per vedere se Edoardo e Lorenzo erano ancora parcheggiati davanti la stazione. Li ho visti sfrecciare davanti a me, senza che facessi in tempo a salutarli un'ultima volta. Sono tornato sui miei passi verso la stazione e ho preso il treno per Milano Centrale, e da lì sono salito a bordo della cosa più bella che abbia mai visto a Milano: il treno per Torino. Ma questo secondo viaggio non è stato il mio momento sospeso nel tempo da dedicare a me stesso: è stato un lento e un po' malinconico ripensare alla gita appena conclusa.








"Viaggio per ritrovare me stesso" dice un'altra nota frase fatta riguardo i viaggi. Non l'ho mai capita fino in fondo, però ho capito due cose che potrebbero spiegarmela: viaggiare ti permette di vedere con più distacco la tua vita normale e mette in luce nuovi particolari di te stesso, portandoti di fronte a esperienze e problemi che nella vita quotidiana non trovi. La quotidianità la si conosce generalmente bene, si è in grado entro certi termini di prevederla, la gamma di esperienze che ti da sono virtualmente limitate, mentre il viaggiare, nel bene e nel male, ti mette spesso davanti a situazioni che non avresti potuto sperimentare altrimenti, e questo aiuta a trovare caratteristiche di sé stessi che prima non si erano messe mai troppo a fuoco. È come prendere un personaggio iconico e immergerlo in un contesto assolutamente nuovo per lui, per vedere come reagisce: mettete il geniale e inafferrabile Lupin III, ladro internazionale, alle prese con un banalissimo bagno rotto, una situazione prosaica e quotidiana, ma che un giramondo e avventuriero come lui non ha mai visto.

Episodio bellissimo e divertentissimo, comunque!

Io di bagni rotti ne ho visti molti (anche in questa gita) ma di avventure di in giro per il mondo poche: però per una volta sono stato io il personaggio che si è trovato in nuovi contesti e si è ingegnato a capire cosa fare!






6 commenti:

  1. Eheh ma guarda il ricciolino torinese com'è filosofico e avventuroso!
    Bello, il viaggio.
    Ha un senso molto ampio, come fai notare. Non solo moto a luogo ma scoperta, anche di se stessi... Certo oh, Ciao Darwin potevi risparmiartelo XD

    Moz-

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    1. Grazie! Sì, volevo essere un po' filosofico oggi.

      Ciao Darwin per fortuna non lo guardo mai, è Lorenzo che lo ha come appuntamento fisso ogni venerdì sera, e sembrava brutto sconvolgere così il suo orologio biologico!

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    2. Ahaha allora dai, ci sta... :)

      Moz-

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  2. Il tuo amico Lorenzo ha un nome bellissimo, che già si accaparra la metà del valore del post.
    Scherzo.
    Questo fine settimana mi concederò una gita nella "nostra" Puglia.
    Condivido, infatti, la tua concezione del viaggio. Una volta, era il mio hobby preferito. Ora, con un bimbo piccolo, rasenta lo zero.
    Ma prima o poi ricomincerò a peregrinare. Scommettiamo? ;)

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    1. Penso che viaggiare sia fantastico, mi fa piacere che anche tu la pensi così! Immagino che un bambino piccolo ti impedisca di viaggiare... Ma quando sarà più grandicello riprenderai, ve lo auguro di cuore! Buona gita in Puglia, allora. Dove andrai?

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    2. Ho prenotato una casa vacanze ad Otranto, e faremo un tour nel Leccese. Siamo in 5. Quindi potremo "dividerci" Lorenzo.
      Ma sono certa che ci stupirà e vorrà camminare da solo.
      Due anni fa passammo tre giorni tra Gravina di Puglia e Altamura, e malgrado avesse solo un anno, fu bravissimo.

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Disse Anton Ego...

"Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale."