Disse Ulisse (o meglio, Dante)...

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"

giovedì 2 maggio 2019

Io non lo so, colpa non ho...

Un racconto scritto durante un recente viaggio in treno. Sapete che i microfoni degli Home Assistant come Alexa e Google Home sono sempre accesi? E che c'è un revisore umano che ascolta pezzi di registrazioni per migliorare le prestazioni del sistema?




Mi sono sempre piaciute le persone, mi piace conoscerne di nuove con tante emozioni e idee diverse. Sentire le vite degli altri allarga i miei orizzonti, che sono sempre rimasti limitati per una timidezza istintiva e scelte di vita.

Lavoro come programmatore di intelligenze artificiali da troppo tempo. Detta così il mio lavoro suona più maestoso di quanto sia in realtà: semplicemente insegno ai sistemi come leggere i comandi vocali: i frutti del mio lavoro li vedete distrattamente ogni giorno quando chiedete ad Alexa quanti anni ha Carla Bruni o Omar Sy. Non aspettatevi AL9000, ma immaginatevi il vostro cellulare quando dite "Ok Google, chiama Julien". Credevo meglio anche io quando intrapresi questa strada... Forse avrei dovuto ascoltare mia madre quando mi diceva di far giurisprudenza.

«Potrai lavorare all'ufficio di tuo padre, a Nantes», diceva. Non vedevo e non vedo tutt'ora mio padre da non so nemmeno più quanti anni, ma forse sarebbe stata una scelta migliore: avrei avuto più contatti con le persone... O forse non sarebbe cambiato nulla.

Cosa faccio attualmente?
Insegno agli Assistenti Elettronici come Alexa o Google Home come interpretare gli ordini che gli date, con tutti vostri difetti di pronuncia e gli accenti strani che voi persone avete: quei cosini potrebbero uscire pazzi a sentirvi, se avessero autocoscienza.
Io riascolto ciò che avete detto e che il sistema non ha capito e "spiego" alla macchina i suoi errori.

Immaginate quante persone ho conosciuto così, in tutta la Francia! Cioè, loro non sanno che esisto e io non so con precisione dove vivano, ma so precisamente ciò che gli interessa, ciò che acquistano, i loro impegni e la loro musica preferita. E anche un po' la loro vita quotidiana. Se volessi potrei anche capire dove abitano a seconda di ciò che dicono quando non pensano di essere ascoltati, ma non mi interessa, credo. Non pagano per questo e non sono un maniaco.


Il microfono dell'assistente è sempre acceso, pronto ad attivarsi al sentire un ordine, e registra qualunque cosa accada nei paraggi. Può anche succedere che scambi dei suoni per delle parole chiave o che non capisca ciò che gli si dice per colpa di difetti di pronuncia di chi lo usa, e devo fargli capire come discriminare certi suoni. Non sempre però ciò che ascolto è piacevole, ma d'altronde le persone non sempre sono piacevoli.

Sento spesso persone che litigano: fidanzati che si insultano, figli che urlano isterici ai genitori, genitori che insultano i figli. Anche mia mamma dice che non brillo per intelligenza, già.
I miei colleghi dicono di aver sentito cose peggiori, per esempio contrattazioni non troppo legali come l'acquisto non autorizzato di armi. Non so se credergli, quei simpaticoni la sparano sempre grossa durante le pause! È in ogni caso i dati sono privati e non divulgabili, quindi non potremmo fare nemmeno nulla. Però sarebbe davvero interessante da sentire come situazione: l'ho vista solo nei film, chissà com'è nella realtà!

Ho scoperto però una storia interessante tempo fa. I dati sono privati e io non posso divulgarli, ma posso raccontare ciò che ricordo di quei dati protetti dall'anonimato.

Parlerò di una persona di origini italiane, la chiamerò Francesco per intenderci, ma il suo vero nome non lo posso riferire. Aveva un fortissimo accento, un pessimo francese corrotto. Da ciò che ho capito ascoltando le sue registrazioni doveva però vivere a Parigi da alcuni anni, dove intratteneva relazioni con donne sposate: stando alle notifiche che riceveva e ai promemoria che gli impostava l'intelligenza artificiale, era iscritto a un sito di incontri extraconiugali. Acquistava spesso online delle crocchette per cani di piccola taglia e durante le registrazioni potevo sentire abbai e latrati: dedussi quindi che aveva un cane. Di sicuro non doveva avere una maison intelligente, dato che usava il suo gioiellino di aiutante più come uno smartphone che per altro. Mi chiedo perché lo si acquisti in queste situazioni!

Man mano che sentivo le sue registrazioni insegnavo al suo assistente elettronico a discriminare le parole pronunciate nel suo accento, e ascoltavo lo svolgersi della sua vita, dai ritorni dopo giornate di lavoro estenuanti fino alle notti d'amore con in sottofondo particolari selezioni di colonne sonore di film famosi, riprodotte dall'assistente.

Io possiedo una discreta cultura tecnica e informatica, frutto di anni di studi regolari e opprimenti. Nonostante i suoi buoni gusti musicali, questa persona non doveva aver invece studiato più di tanto, ma nonostante ciò viveva una vita più felice della mia, col suo cane e le sue amanti mature. Anche se faceva un lavoro molto più faticoso del mio, lo invidiavo, lo ammetto.

Non ho capito per tanto tempo cosa facesse di lavoro, sicuramente una cosa pesante e poco redditizia. Francesco sembrava essere partito dall'Italia per trovar lavoro, dato che a casa sua non lo trovava: secondo me era semplicemente poco qualificato, però non conosco né il suo passato né il suo cursus nello specifico. Mi chiedo anche come potesse permettersi un Assistente Elettronico, ma spesso la gente arriva a indebitarsi per l'ultimo ritrovato tecnologico, senza saperlo nemmeno usare.

Se devo fare una lista delle cose non piacevoli del mio impiego, so cosa mettere al primo posto: ascoltare due persone che... Bhe, sì, insomma, che fanno quella cosa lì. I miei colleghi ci ridono sopra, ma a me mette particolarmente in imbarazzo: è come essere pagati per vedere un video osée, senza nemmeno poterlo guardare. Io ascolto, dico al sistema che le parole mugugnate non hanno importanza, e posso solo immaginare lui con la sua donna. Aline mi pare sia il suo nome. Non so nulla su di lei, immagino sia sposata conoscendo i gusti di questo qui, ma conosco perfettamente i suoi acuti orgasmi.

Ma a un certo punto nelle sue registrazioni c'è stata una svolta: dai dati raccolti è emerso un improvviso interesse per Notre Dame de Paris.
Sentiva continuamente le canzoni del film Disney del Gobbo di Notre Dame, rigorosamente nel suo italiano, e si era persino interessato al romanzo di Hugo. Non leggeva, ascoltava un audiolibro tramite l'assistente, e si addormentava puntualmente durante la riproduzione, l'incolto. Forse se avesse passato meno notti con Aline non solo sarebbe riuscito ad apprezzare meglio l'opera,
ma avrebbe anche migliorato la sua pronuncia in francese.

In una delle sue ultime registrazioni l'ho sentito tornare a casa senza fiato, in un orario abbastanza insolito, tardo. Non disse nulla per tutto il resto della sera, si sentivano solo i suoi singhiozzi e i guaiti del suo cane, forse dovuti al pianto del padrone. Immaginai avesse litigato con Aline, che non l'avrebbe più rivista. Mi sbagliavo, perché lei tornò nelle sere successive, nonostante i loro orgasmi si fossero improvvisamente fatti meno appassionati.

Stavo ascoltando una delle loro copulate. Non so perché, non era necessario ascoltarle tutte ma ormai ero curioso. Sì, curioso è la parola adatta. Come al solito aveva messo come sottofondo una serie di colonne sonore di vari film, e al cominciare di Fiamme dell'Inferno del Gobbo di Notre Dame... È tutto finito. Gli ansimi sono finiti, e Francesco ha cominciato a singhiozzare. Tanti e lenti secondi di lacrime. Non ero lì, ma vedo benissimo nella mia testa la faccia interdetta di lei.

Francesco: «Io non lo so, colpa non ho....» ha detto confusamente in italiano, in coro con la canzone.
Aline: «Cos'hai?» gli ha risposto, seccata.
Francesco: «Nulla. È questa canzone mi ha ricordato dell'incendio di Notre Dame.»
Aline: «Oh. Tu lavoravi come operaio ai lavori di restauro, ricordo. Però... Non mi hai detto nulla. Eri lì quel giorno?»

Silenzio in scena. Nella mia testa invece un'esplosione: sapevo qual era il suo lavoro! Operaio ai lavori di restauro della cattedrale. Ma era lì il giorno dell'incendio?

Francesco: «Magari non fossi stato lì. [Silenzio] In teoria era vietato, ma lo facevano tutti, io avevo voglia di fumare e...»
Aline: (sospira) «È stata colpa tua?»
Francesco: «Io non lo so, è questa la cosa peggiore.»

Le ultime battute della registrazione mi hanno lasciato intendere una storia grandiosa dietro, da raccontare ai colleghi in pausa e farla mia come se l'avessi vissuta. Peccato che uno dei due, dopo qualche secondo di silenzio, abbia scollegato l'assistente, e non l'abbiano mai più riattivato.

7 commenti:

  1. Eheh, bravo a mixare realtà, fantasia e fantascienza. Oddio, forse non è per nulla fantascienza.
    Bel racconto, molto umano (anche l'umanità attraverso un robottino).

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie!
      A dire il vero che ci sia un revisore umano dietro gli Home Assistant è la realtà, non fantascienza.
      Ho solo estremizzato un po' la cosa: effettivamente non ci sono evidenze che i revisori ascoltino una serie di registrazioni dalla stessa persona, come in questo racconto, ma è dichiarato sentano solo piccoli spezzoni (anonimi, come nel racconto).

      Elimina
    2. Sì, infatti... certo, devono sentirne di ogni^^

      Moz-

      Elimina
  2. Avrei voluto un racconto più lungo perchè mi è piaciuto! Trattare il rapporto domotica-umani è sempre interessante e può portare a riflessioni etiche e/o morali complesse. L'incendio di Notre Dame è divenuto presagio della fine di un mondo causata dall'incuranza dell'uomo: monito che riporta alla caducità del tutto. La principale questione riguarda il ruolo della tecnologia come strumento positivo o peggiorativo. A proposito ti consiglio di leggere le prime pagine del supplemento La Lettura di domenica 5/05. Amplia il racconto se te la senti!
    A presto,
    Erica.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie! Il racconto non è stato più lungo perché sento che nella sua brevità sono riuscito a esprimere ciò avevo in mente, e sono molto soddisfatto di questo! Per ora non credo l'allungherò, non ho ben definite in mente altre idee da sommare a ciò che ho già scritto, ma in futuro chissà...
      Non ho letto La Lettura di domenica 5, si trova ancora?

      Elimina
  3. Davvero bello, il tuo racconto. Anche se a me queste cose inquietano e non poco. E ovviamente mi rifiuto di acquistare un aggeggio del genere (e poi si scoprì che anche i telefoni registrano roba). Ogni tanto la tecnologia mi lascia ..turbata.

    Ps. So che adesso sembro quella dei dinosauri, ma le prime tre righe che hai scritto corrispondono a realtà? ^^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, è inquietante!
      Comunque sì, che io sappia anche i telefoni registrano, ma solo se dai a Google l'accesso al microfono a quanto ne so. Se usi la funzione "OK Google" o converti registrazioni audio in testo allora il telefono registra.

      Comunque si, quando dico "i microfoni degli Home Assistant come Alexa e Google Home sono sempre accesi e c'è un revisore umano che ascolta pezzi di registrazioni per migliorare le prestazioni del sistema" dico la verità

      Elimina

Disse Anton Ego...

"Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale."