Disse Ulisse (o meglio, Dante)...

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"

sabato 24 novembre 2018

La filosofia dei rapporti umani

In una scuola superiore, una professoressa di filosofia entra in classe dopo un'ora buca.



«Buon giorno, signora Colle.» le disse il professor Giraudi, fermandosi per salutare la collega.
«Buon giorno anche a lei!» rispose con vitalità la professoressa Colle, senza smettere di camminare nella direzione opposta. «Mi scusi, devo andare in classe, sono già in ritardo per la lezione.»
«Oh non si preoccupi!»
La professoressa Colle attraversò in fretta il corridoio per arrivare il prima possibile in aula e lasciarsi alle spalle quel fallito del professor Giraudi.
“A ventotto anni la sua massima aspirazione è insegnare in un liceo!” pensò lei: arrivata davanti all’aula si girò a guardare con sospetto il collega che si allontanava.
La professoressa Colle si fermò, sospirò e assunse l’espressione più austera e sicura di sé che aveva. Era davanti la III F: da dentro l’aula proveniva un baccano assordante.
“Come al solito la preside non manda supplenti a vigilare nelle classi quando ci sono ore buche. Ah! Se fossi stata io!”
Aperta la porta vide i ragazzi sparpagliati per la classe, chi a chiacchierare, chi a vedere video sul cellulare con le cuffiette, chi davanti la cattedra a vedere un video sulla LIM.
«A posto ragazzi! Lo volete capire che non dovete usare la LIM per farvi i fatti vostri?!» sgridò arrabbiata Caterina Colle, perdendo per un istante l’espressione austera e sicumera.
«I video su internet si vanno a vedere! Bah!» borbottò arrivando alla cattedra, mentre i ragazzi si allontanavano in fretta dal computer.
Con cura posò i suoi libri sul tavolo e riordinò un attimo i suoi fogli. Stava finalmente scrivendo il suo saggio “Sulla filosofia dei rapporti umani”: tutti dovevano sapere cos aè l’amore, cosa l'amicizia, cosa la passione e cosa l’utilitarismo.
Nel frattempo il video sulla LIM proseguiva, ma senza che la professoressa ci facesse troppo caso: la sua attenzione era tutta rivolta al vezzo di mostrare i fogli del manoscritto. Sorrise e si rivolse ai suoi alunni.
«Sapete ragazzi? Ho trovato un editore che pubblicherà il mio ultimo saggio. Dieci minuti prima che suoni vi leggerò le ultime pagine che ho scritto e le discutiamo assieme!»
I ragazzi non risposero nulla: nel frattempo il video alla LIM era finito e YouTube aveva fatto partire automaticamente il video successivo: l’attenzione dei ragazzi era tutta focalizzata lì.

«Oh no ancora con quel video! Basta, non se ne può più!» «Mi chiedo come abbia fatto a finire in tendenza, è di una palla assurda!» «È un fake! Come si fa a non capirlo?» «È perché tutti insultano quelli che hanno creato il video.» «A me sembra reale!» «Ha parlato Einstein! Solo tu poi credere a puttanate simili.»
Un coro disomogeneo era cominciato a commento del video, e la professoressa, indispettita dal loro disinteresse per il suo lavoro, sì trascinò con la sedia fino al computer per chiudere subito il video. Il sorriso le sparì dal volto e si rivolse severa alla classe.
«Di Plotino vi ho già spiegato il ritorno dell’anima all’Uno?»
L’insegnante cercò di riportare la conversazione ad argomenti di comune interesse, ma non ascoltò la risposta dei suoi allievi. Dopo, non senza difficoltà, essere uscita dalla modalità schermo intero di YouTube, si fermò ad osservare il video tanto criticato. Non tanto per curiosità, ma perché aveva riconosciuto una delle voci delle persone nello scuro video in bassissima definizione.



“Jacopo!” pensò la professoressa con stupore.




Questo frammento l'ho scritto ormai un anno fa e l'ho ritrovato qui sul blog pronto per la pubblicazione senza che però fosse pubblico... Mi chiedo perché fosse rimasto così!
Il testo si ricollega ad altri tre miei scritti precedenti, il primo è linkato poco sopra.

2 commenti:

  1. Risposte
    1. Lo accetto, però lo accetterei di più con una critica un po' meno volgare e più articolata. E l'avrei trovata anche più bella se non anonima.

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Disse Anton Ego...

"Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale."