Il detective
tedesco Friedrich Zenit si trova ad indagare sul rapimento di una
ragazzina, Guinevere Tottington. Interrogando un testimone, scopre
che in passato un uomo elegante e ricco aveva stretto amicizia con la
piccola, un certo Imp Estate. Questi condivide il cognome con un
signore, la cui figlia ha subito la stessa sorte di Guinevere, ovvero
Jonathan Estate.
Zenit piuttosto
confuso decise di andare con ordine, quindi la prima cosa che fece fu
prendere un elenco telefonico e cercare questo Jonathan Estate, il
primo ad aver subito il rapimento della propria figlia. Una volta
trovato si segnò il suo numero di telefono e si diresse subito alla
cabina telefonica più vicina, quindi gli telefonò. Dopo un paio di
squilli rispose un uomo dalla voce piuttosto profonda. Zenit
chiese:
« Pronto, è
lei il signor Jonathan Estate? »
« Sì sono
io, chi è lei e cosa desidera? » Rispose l’uomo
all’altro capo del telefono.
« Salve sono
l’investigatore privato Friedrich Zenit e vorrei chiederle un
appuntamento a casa sua per scambiare quattro chiacchiere a riguardo
del rapimento di sua figlia. Vede sto indagando su un caso simile e
vorrei dei chiarimenti in merito. » si presentò
prontamente Zenit.
Estate esitò un
attimo, quasi a dar l’idea di essere
intimorito, ma alla fine rispose:
«
C-certamente, può trovarmi al numero 17 di Liberal
Street, nel centro di New London. Se le va bene le do
appuntamento alle 15:00 di domani. »
Zenit, quindi, lo
salutò cordialmente e riagganciò. L’indomani si recò alla
residenza indicata all’orario stabilito con un taxi, uno dei tanti
presenti in una metropoli come New London. Venne accolto da Jonathan
nella sua maestosa villa, denominata “Villa Estate”. Jonathan
Estate era un professore universitario, ormai vedovo. Si
occupava dello studio delle antiche civiltà dell’Asia centrale, in
particolar modo dei loro culti.
Fece accomodare
l’investigatore nell’imponente salone arredato in maniera
sfarzosa e gli offrì una tazza di tè, fatto venire direttamente
dall’Inghilterra: dopotutto cosa non poteva permettersi?
Dopo una breve
chiacchierata basata principalmente sulle presentazioni reciproche,
Zenit passò al dunque:
« Ecco vede,
come le dicevo per telefono, sto indagando sul rapimento della figlia
dei signori Tottington, dei piccoli imprenditori che gestiscono una
pensioncina in una cittadina satellite di New London; so che non è
un caso isolato: c’è stata tutta una serie di rapimenti
simili, accomunati tutti dall’età
delle vittime, solitamente tra gli otto e
i quindici anni. Inoltre mi sono giunte voci
che il suo caso è stato il primo ad essere stato registrato dalla
polizia. »
Estate cercava di
nascondere l’evidente ansia mista a nervosismo che lo avvolgeva, e
rispose sgarbatamente:
« La polizia
ha già chiuso le indagini sul mio caso da ben quattro mesi.
Claudia è stata rapita da alcuni malintenzionati ancora adesso
latitanti, non vedo come possa avere a che fare con il rapimento di
Guinevere Tottington: dopotutto ci sono molte bande di
spostati che rapiscono bambini! Ora mi lasci in pace, non voglio
parlarne! »
Jonathan Estate si
era appena tradito: come faceva a sapere il nome della ragazza se
Zenit non lo aveva neppure accennato e i giornali non avevano
riportato la notizia per via del fatto che i Tottington si erano
rifiutati di chiamare la polizia? Zenit fece finta di niente, ma capì
che Estate c’entrava fin troppo in questa faccenda. L’investigatore
evase dal discorso scusandosi e dicendo che non voleva turbarlo
ulteriormente. Prima di andarsene Zenit, con astuzia, chiese di fare
un giro nella casa, con la scusa che lo affascinava un palazzo tanto
imponente quanto bello. Jonathan accettò non curante del pericolo
che correva difronte ad un tale investigatore, quindi lo accompagnò
in un tour, quando quasi al termine, da sotto la moquette che
ricopriva un corridoio, Zenit udì la voce di una ragazzina che
gridava:« Imp! Imp! Portami da mangiare, ho fame, ti prego
padrone mio!».
Di Eros Evose ed Edoardo Valeriani
Di Eros Evose ed Edoardo Valeriani
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