Disse Ulisse (o meglio, Dante)...

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"

sabato 2 febbraio 2019

Teatro: "Ragazzi di vita", di P.P. Pasolini e E. Trevi - regia di M. Popolizio

Dal 29 gennaio al 10 febbraio è in scena al Teatro Carignano di Torino "Ragazzi di vita", adattamento dell'omonimo romanzo di Pasolini, drammatizzato da Emanuele Trevi e diretto da Massimo Popolizio.



Gli spettatori assistono allo svolgersi della più povera e miserabile gioventù seguendo la vita di espedienti dei giovani sottoproletari della Roma del secondo dopoguerra. Anni di gioventù passati nello squallore e nella crudeltà, alla perenne ricerca di un portafogli gonfio da arraffare e in compagnia di amici ora sinceri e vicini ora meschini e invidiosi, anni che corrompono e fanno perdere pian piano l'innocenza.

In questa pièce corale vediamo tantissimi personaggi, ognuno con una sua storia, ed è qui che sorge secondo me il principale punto debole di "Ragazzi di vita": gli attori interpretano così tanti ruoli (che spesso si esauriscono in una scena, seppur una scena da protagonisti) che si fatica a capire se un dato personaggio lo si sia già visto nel corso dello spettacolo, e l'aspetto anonimo degli attori peggiora solo la situazione. L'unico personaggio che si riconosce sempre e di cui seguiamo la vita tra una scena e l'altra è Riccetto, ma anche nella rappresentazione della sua storia c'è secondo me una debolezza: la gestione dello svolgersi del tempo. Lo spettacolo inizia presentandocelo come uno sfaccendato ragazzino, altruista ma non innocente, e finisce con lui sempre giovane, ma ormai lavoratore sfruttato e cinico, senza dare troppe spiegazioni a chi guarda, senza mostrar particolari crescite se non nel cambiamento degli atteggiamenti e del modo di parlare. Ma non è da escludere che l'autore volesse rappresentare così il fatto che la vita costringa Riccetto a crescere troppo in fretta.

Pier Paolo Pasolini,
scrittore del romanzo da cui è tratto lo spettacolo
L'anonimato degli attori citato prima sta nell'aspetto, essendo per la maggior parte esteticamente simili (gabli, asciutti e muscolosi, con capelli lisci, corti e neri) e non lede le loro capacità recitative, dato che riescono nel non facile compito di mostrare allo spettatore ciò che avviene in scena con una scenografia spoglissima (non più di qualche sedia, alcune saltuarie pedane mobili in legno ed ecomostruose impalcature in ferro) e, soprattutto, capovolgendo la legge dello "show, don't tell". Lo spettacolo infatti lascia grandissimo spazio alla voce narrante: gli attori in scena illustrano ciò che la voce dice e a loro volta fanno da voce narrante alle loro stesse azioni, come dei bambini in preda a un linguaggio egocentrico che però parlano di sé in terza persona e con un vivace slang romanaccio. Lo spettacolo spesso consiste in quella che è probabilmente la recitazione delle pagine del romanzo originale di Pasolini, con tanto di descrizioni degli ambienti da parte della voce narrante e dell'aspetto personaggi da parte dei personaggi stessi (sempre in terza persona).

Per quanto riguarda le musiche dello spettacolo si possono sentire di sottofondo alle scene molte canzoni che sono abbastanza sicuro provengano dagli anni del boom economico, canzoni sempre pertinenti che in alcune occasioni vengono intonate dagli stessi attori, trasformando "Ragazzi di vita" in un inaspettato musical. Tra le tante musiche che per motivi anagrafici non ho potuto riconoscere ho potuto sentire la voce di Adriano Celentano (di nuovo lui!).

Il coinvolgimento emotivo è comunque assicurato, e non mancano trovate geniali, come la scena della lotta tra cani, o momenti di altissimo trasporto emotivo come nel furto sul tram (dove la narrazione della voce narrante e degli stessi attori da il meglio). Se il lato sperimentale della rappresentazione può lasciare un po' confusi nei primi momenti di rappresentazione, nel complesso si assiste a un buon spettacolo teatrale composto da tante storie tutte coinvolgenti raccontate con tecniche sicuramente originali e sorprendenti.

La voce narrante

6 commenti:

  1. Eh, credo sia bellissimo, sai?
    Sperimentale sì, ma sicuramente valido. Ho letto l'opera, e dal tuo post penso mi piacerebbe vedere questa rappresentazione **

    Moz-

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    1. È stato sicuramente uno spettacolo molto bello, solo che appunto la sua parte sperimentale mi ha spiazzato all'inizio! Ma quel che racconta è sicuramente di rilievo.
      È uno spettacolo che gira dal 2016, magari prima o poi arriverà anche dalle tue parti!

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  2. E finalmente rieccomi! Era con te che parlavamo di essere più presenti sul blog, vero? Volevo dirti che la prossima volta eviterò i buoni propositi sul lungo termine: non ho mai avuto un periodo più intenso di quello appena trascorso (e ancora non so cosa mi aspetta prossimamente). Comunque, ne ho scritto anche da me. Facciamo che la prossima volta non lo diciamo ad alta voce!!

    In ogni caso, il tuo articolo è davvero interessante. Mi aggiorni sempre sulle bellezze culturali contemporanee e non potrei esserne più grata. Spesso sono abbastanza pessimista sulla cultura al giorno d'oggi, ma quando leggo contributi di questo tipo mi rendo conto che ci sono ancora dei prodotti validi che non vanno sottovalutati.

    Ps. A proposito di Adriano Celentano: ma Adrian?! Io ancora non l'ho visto per bene, solo un pezzetto di sfuggita, ma ho le prime due puntate da parte da vedere appena posso! :D

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    1. Con quale abominevole ritardo ti sto rispondendo?! :O
      È vero, col mio blog cerco sempre di parlare di "progetti culturali" nuovi, curiosi e interessanti! :) Poi io adoro il teatro, mi piace tanto vedere gli spettacoli e parlarne qui sul blog.
      Di Adrian non me ne perdo una puntata, peccato questa settimana l'abbiano sospeso! Non vedo l'ora riparta. Avevo intenzione di parlarne volta per volta qui sul blog, ma il mio cervello è andato così in pappa dopo averlo visto che ho deciso ne parlerò solo dopo averlo visto tutto! Quando lo vedi dimmi cosa te ne pare. E sempre parlando di Celentano. ho pubblicato qualche giorno fa un post dedicato a lui: parlo del suo film Joan Lui.

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    2. Non mi parlare di ritardi, questo periodo è davvero allucinante!
      Per gli argomenti che tratti sul tuo blog sappi che sono tutti sempre di interesse, soprattutto è una boccata d'aria per chi cerca qualcosa di diverso dal "solito" (ogni tanto mi viene l'impressione che tutti i siti parlino sempre delle stesse cose!). Questa passione per il teatro ti è giunta per qualche tua esperienza personale in campo? Personalmente lego molto il teatro alla figura di Shakespeare, uno dei miei autori preferiti di sempre!
      Riguardo Adrian penso che sia la cosa migliore parlarne alla fine, così da averne una visione d'insieme (e così che non mi spoileri tutto quando vengo a leggerti!). Il post su Joan Lui l'ho letto, ma ti ho commentato direttamente qui. Non posso dire molto perché è uno dei suoi film che mi manca da vedere, ma ho ben presente il famoso sketch del "qui c'è qualcuno che non capisce". Davvero geniale. Inutile dirlo, non rifaranno più un personaggio come lui!

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    3. Ho fatto un corso di recitazione teatrale per tre anni di fila, e in futuro vorrei proprio parlarne qui sul blog!


      La scena in Joan Lui sul "qui c'è qualcuno che non capisce" è una delle cose migliori del film 😂

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Disse Anton Ego...

"Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale."