Disse Ulisse (o meglio, Dante)...

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"

lunedì 21 gennaio 2019

Joan Lui - Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì, ft. Lorenzo Lucidi

L'Italia e il mondo in un futuro non troppo lontano sono oppressi da una società governata dall'Anticristo in persona (un mefistofelico giapponese): la libertà è solo finzione e la stessa competizione tra Stati Uniti e Unione Sovietica è semplice facciata utile al dominio del Male. Ma un giorno nel Paese arriva Lui di lunedì. Il Paese è l'Italia, e Lui è Adriano Celentano... Pardon, Gesù Cristo.




"Joan Lui", film del 1985 scritto da Adriano Celentano, diretto da Adriano Celentano, musicato da Adriano Celentano, interpretato da Adriano Celentano e montato da Adriano Celentano. Incipit ridondante? Eppure è questa sequenza di Adriani Celentani ciò in cui si imbatte lo spettatore leggendo i titoli di testa del film. Perché non si poteva riassumere in "Scritto, diretto, musicato, interpretato e montato da Adriano Celentano"?
Va bene Adrian, tu sei rock e queste cose te le puoi permettere.

Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì
Disegno di Lorenzo Lucidi


PERSONAGGI

di Eros Laguardia

Joan Lui (Adriano Celentano) è un predicatore dal misterioso passato sotto cui si nasconde nientemeno che Gesù Cristo tornato in Terra a portare l'Apocalisse. Lui predicherà di nuovo con incommensurabile carisma il suo messaggio di pace e fraternità, a cui mischierà discorsi contro la società corrotta (in cui Dio è un ricordo lontano e le chiese diventano discoteche) causata da una classe politica avida e inetta, il tutto a suon di canzoni, con conseguenti spontanei balli dionisiaci delle persone in scena.


L'Anticristo (Haruhiko Yamanouchi) non starà a guardare e tenterà di ucciderlo, ma non è l'unico personaggio con cui Joan ha a che fare: ossessionata dal predicatore è la giornalista Tina Foster (Claudia Mori), frigida (sostiene l'uso del sesso al solo scopo di procreare in favore del Partito Comunista) e spietata direttrice del Corriere dell'Est, che incarica i suoi sottoposti di scoprire qualcosa di più sull'inesistente passato di Lui. Lui, dopo averla vista una sola volta, dirà di amarla perdutamente, ma non dell'Amore che Dio prova per le sue creature, proprio amore dal punto di vista sessuale.


Altra figura femminile che ruota attorno a Joan è Judy Jonson (Marthe Keller), ricchissima discografica, reincarnazione di Giuda Iscariota, come lasciato intendere più volte da una per nulla invasiva e fuori contesto voce narrante.

DIO E GESÙ

di Eros Laguardia

Gesù, Lui, improvvisa canzoni di pace cariche di disprezzo verso la società schiava del Maligno che predica l'ipocrisia e l'indifferenza ("peggiore e più mortale di qualsiasi bomba atomicaaaa"...), accompagnate da balli che sono un'ode alla gioia, alla vita e ai sensi. Lo stesso Cristo si ritrova a provare attrazione sessuale verso Tina Foster ("Splendida e nuda nei miei sogni, tu te ne stai/e non sei più schiava di un sistema/che tronca ogni libertà"), cosa tacciabile di blasfemia, e si circonda di ballerini e ballerine in costumi semplici ma provocanti; ma del resto un'altra canzone del film afferma "da lui/viene la sensazione dolce/che c'è in un amplesso o il profumo di un fior".

[...] il piacere è divino, e sostengo che chi beva un buon tocai, abbracci una bella donna, e in una parola abbia sensazioni piacevoli, dovrà riconoscere l'esistenza di un essere supremo e benefattore; per questo gli antichi trasformarono in divinità tutte le loro passioni;
Voltaire, lettera a Federico di Prussia del 15 luglio 1738


Questa è la visione di Dio che emerge dal film, una visione sicuramente anticonformista che ha degli echi quasi pagani. Ma Joan Lui propugna anche degli ideali più cristiani come l'avversione per l'indifferenza, l'egoismo e la violenza, in una società dove quest'ultima è all'ordine del giorno e non desta più ripugnanza. Spettacolare e piena di tensione è la scena del semplicissimo monologo televisivo contro l'omicidio, che si svolge proprio durante il compiersi di un delitto dall'altra parte d'Italia.

Non uccidere è un classico, non esiste un altro suono per dire alla gente che non deve uccidere, c'è solo quella parola lì. Quindi se voi vi alzate e ci mettete tutte le vostre forze e credete nella potenza dell'universo che è dentro ognuno di voi, allora potrete andare davanti la telecamera e gridare: Non uccidere. Non uccidere. Non uccidere. Si dico a te: Non uccidere. Se tu uccidi è dentro di te che inizia a morire qualcosa, non è lei che muore ma tu.
Adriano Celentano in Joan Lui



È CELENTANO CHE INTERPRETA GESÙ O GESÙ CHE INTERPRETA CELENTANO?

di Eros Laguardia

Chi non ha visto il film non fraintenda: Celentano non interpreta Gesù, è Gesù a interpretare Celentano. È Adrian in persona ad assumere la figura di paterno e dolce salvatore dell'umanità, mantenendo tutti i suoi modi di fare, il suo carisma, la sua strafottente ironia e le sue convinzioni politico-sociali: per questo Cristo ama, ha pulsioni sessuali e inneggia a una filippica contro il popolo cane che elegge politici altrettanto cani. È un Cristo celentaniano, che accanto agli insegnamenti evangelici di perdono e amore critica la società attuale.

IL PERSONAGGIO DI ADRIANO CELENTANO

di Lorenzo Lucidi

In "Joan Lui", Celentano ha la possibilità di plasmare a suo piacimento il proprio personaggio. E il Molleggiato non è mai stato tipo da farsi guidare dalla modestia. Per cui così tanta carta bianca non poteva che riempirsi di un ritratto idealizzato di sé stesso. Già, perché Adriano e Joan non si scindono più di tanto. Difficile dire dove cominci uno e finisca l’altro. E c’è da scommettere che lo stesso Celentano si sia immedesimato un bel po’ in quel salvifico personaggio che – peraltro – è anche una apprezzata rockstar, sia pure incompresa. Affascinante, carismatico, sicuro, sibillino e caustico. Così il Molleggiato dipinge il ritratto di Joan, e soprattutto un intero mondo allo sfacelo in cui Lui è uno dei pochi barlumi di rettitudine e giustizia. Niente male, come base di partenza.

COLONNA SONORA POTENTISSIMA

di Lorenzo Lucidi

Benché non in modo esplicito né troppo evidente, "Joan Lui" è un musical. Le canzoni che lo compongono sono ben nove, di lunghezza compresa – almeno nel disco tratto dal film – tra gli appena tre minuti di "Sex Without Love" e gli oltre otto dell’interminabile e potentissima "L’Ora È Giunta". L’aggettivo potente non è casuale, perché tutta la colonna sonora esprime una notevole forza e contribuisce in maniera determinante all'atmosfera di epicità del film.
Qualche pezzo in particolare: "L’Uomo Perfetto" è un attacco musicale, prima che visivo. La scelta degli strumenti fa parte di questa costruzione del crescendo. La musica si fonde col rumore, dando idea del caos che avviene sullo schermo tra comparse che ballano scatenate, elicotteri militari e auto che si schiantano ed esplodono. E gli assoli, come quello inaspettato di sassofono, prendono il volo.


Un altro brano che non possiamo non citare è "L’Ora È Giunta", il più lungo e di gran lunga potente del film. Pezzo che resta impresso pure perché accompagna il finale del film mentre si consuma l’Apocalisse e sullo schermo si susseguono scene a metà tra il catastrofico e l’horror. Immaginiamo che, nell''85, chi usciva dalla sala dopo aver visto le due ore e mezza di "Joan Lui" conservasse nelle orecchie i suoni di questa canzone almeno fino a casa…


ACCOGLIENZA

di Eros Laguardia

La principale accusa rivolta al film è il suo essere kitsch. Ciò è assolutamente vero: le scene traboccano di ballerini e comparse, di mezzi come automobili ed elicotteri. Dà una sensazione di horror vacui, di squilibrio e nausea. 
I costumi dei ballerini hanno un sapore di tipico trash anni '80, sono perfettamente calati nell'epoca in cui è stato prodotto il film. Le coreografie di ballo poi sono invecchiate male, risultano ingenue, pacchiane e sovraccariche di persone, anche se quest'ultima cosa forse è un elemento voluto. Il video de "L'Uomo Perfetto" allegato al paragrafo precedente illustra ottimamente questa situazione.

Viene spontanea la domanda: quanto sarà costato questo film contando solo le comparse (arrivate apposta dagli Stati Uniti e fatte risiedere per settimane a Roma)? Sicuramente tanto, e purtroppo le proiezioni non ripagarono la produzione: il film in Italia fu un insuccesso complice la scelta da parte del distributore di proiettare una versione ridotta della pellicola, non curata da Celentano.
È singolare invece come la pellicola fu accolta meglio in Germania e Russia (nel periodo comunista dell'Ateismo di stato).

FILM DI PESSIMO GUSTO?

di Lorenzo Lucidi

La critica dell’epoca ha tendenzialmente stroncato, anche se non unanimemente, "Joan Lui". Leggendo le recensioni negative, di allora quanto di oggi, viene però da pensare che a essere attaccato non sia stato tanto il film, la sua trama e i suoi personaggi inventati, quanto il Celentano vero e le sue manie di grandezza e, nelle recensioni meno datate, il fatto che il film non abbia sbancato al botteghino come ci si aspettava, e abbia invece creato seri problemi ai produttori, nonché uno strascico di polemiche legate al rimontaggio non autorizzato di alcuni distributori. Insomma, aspetti extra artistici che non dovrebbero interessare a chi giudica un film in quanto tale.

 di Eros Laguardia

La trama e l'analisi dei personaggi è assolutamente riduttiva e non rende l'idea di cosa sia davvero questo film, di cosa siano le sue musiche e le sue scene sovraccariche di comparse e ballerini fatti arrivare direttamente dagli Stati Uniti, di quanto sia ambizioso questo film e quanto sia assolutamente audace e spudorato: Celentano assume un'identità divina e predica i suoi messaggi mielosi e critici verso la società nel ruolo di un nuovo Messia. Assolutamente di pessimo gusto. Assolutamente magnifico.
Nonostante la sua lunghezza il film assorbe dirompentemente lo spettatore, lo porta in questo mondo amorale e decadente e lo coinvolge in scene di tensione: grande momento è il gioco di sguardi tra Celentano in diretta nazionale e l'assassino che guarda la TV, allo stesso modo del definitivo finale del film, dove ho faticato a non provare un sussulto emotivo, una sensazione di epicità, nel vedere Celentano gridare a tempo di musica "È giunta l'ora della fine ormai" (nonostante il pessimo playback). Anche le moralistiche prediche di Joan risultano a loro modo coinvolgenti e l'osservazione che i governanti rispecchino il popolo che li elegge risulta quantomai attuale.

E SE FOSSE USCITO OGGI?

di Lorenzo Lucidi

Vedendo "Joan Lui" ora, la prima domanda che viene in mente è: e se fosse uscito oggi? La nostra opinione è che avrebbe avuto tutt'altra vita. Vediamo perché.
Dunque, non c’è dubbio che la tecnologia, dal lontano 1985, abbia fatto passi da gigante. Quasi 35 anni, nel mondo digitale, corrispondono a un’era geologica, e nella realizzazione di un film possono fare davvero la differenza. Essendosi Celentano cimentato personalmente nel montaggio, ad esempio, è facile immaginare che con le tecniche di oggi anche lui – non professionista in questo campo – avrebbe potuto fare un lavoro decisamente più pulito. Ma lo stesso stile forsennato e psichedelico usato dal Molleggiato, indigesto negli anni 80, oggi non apparirebbe tanto assurdo. Altro punto debole del film erano gli effetti speciali. Ridicoli, palesemente finti e ciononostante costosissimi. Inutile specificare che oggi, con la computer grafica, molte scene avrebbero raggiunto gradi di spettacolarità e realismo molto più alti senza sforare troppo nel budget. Che comunque sarebbe stato sempre elevatissimo, intendiamoci.
Infine c’è da fare una considerazione sul messaggio del film, quello della civiltà ormai in rovina che rinuncia agli scrupoli e accoglie inconsapevolmente il suo cavaliere dell’Apocalisse. Tema che magari negli 80s poteva sembrare troppo pessimista, ma che oggi, in una società sempre più piena di contraddizioni e violenza, vivrebbe – ahinoi – nuova giovinezza.





Questo articolo è stato scritto in collaborazione con Lorenzo Lucidi di Sogni Lucidi Comics. Talentuoso webfumettista, nonché mio caro amico e compagno di tanti viaggi avventurosi. Potrete trovare questo stesso articolo sul suo blog! E vi consiglio di seguirlo sulla sua pagina Facebook!


Adrian - La serie evento stasera su Canale 5
Disegno di Lorenzo Lucidi

4 commenti:

  1. Bravi entrambi!
    Ma sapete che vi dico? Questo film È uscito oggi, anzi tra poche ore: vedrete, è Adrian.
    Joan Lui, sicuramente trash e kitsch, ma nessun problema :D

    Moz-

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    1. Sono curioso di vedere Adrian infatti! Chissà cosa ci sarà di simile tra le due storie!
      Tu lo conoscevi Joan Lui?

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  2. scena leggendaria quando joan riesce ha ottenere il pulsante che se premuto lo fa parlare in diretta televisiva in tutta italia quando vuole. una volta premuto pulsante tutta l'italia lo vede sullo schermo aspettando quello che dirà(con in sottofondo una musica epica/celebrativa tipo l'uomo che sbarca sulla luna), joan dopo alcuni secondi di silenzio dice "spegni va!" e tutte le televisioni si spengono. scena successiva: i giornali riportano che quello è stato il momento più seguito della storia della televisione italiana!👍✝💖

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Disse Anton Ego...

"Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale."