Pubblico anche quest'anno la scheda/recensione che ho scritto per compito di un libro che il professore di italiano mi ha fatto leggere. L'avevo già fatto l'anno scorso con "Candido o l'ottimismo", quest'anno è il turno de "Il circolo Pickwick", librone di 977 pagine. Lettura molto divertente e che consiglio, che mi ha occupato quattro mesi buoni.
Il
circolo Pickwick
di
Charles Dickens
Titolo
originale: The Posthumous
Papers of the Pickwick Club
Autore:
Charles Dickens
Prima
edizione: A
puntate tra il
1836-1837
Prima
edizione italiana: 1904
“Non
rimpiangerò mai,” disse Mr. Pickwick abbassando la voce, “non
rimpiangerò mai di aver dedicato la maggior parte degli ultimi due
anni a mescolarmi con le molteplici varietà e sfumature dell’indole
umana, per quanto frivola la mia ricerca di novità possa essere
apparsa a molti. Poiché quasi la mia intera vita precedente era
stata dedicata agli affari e al conseguimento del benessere, tante
scene di essa, di cui non avevo alcuna concezione, mi si sono
appalesate… favorendo, spero, l’ampliamento della mia mente e il
miglioramento della mia comprensione. [...]”
Il
circolo Pickwick è un romanzo scritto da Charles Dickens tra il 1836
e il 1837, uscito in 19 fascicoli mensili in 20 mesi. Fu un successo
editoriale al punto che anche la gente più umile si riuniva per
leggerlo e commentarlo assieme ad alta voce.
La
trama segue le avventure di mr. Pickwick, un ricco e anziano signore
inglese che, seguito da alcuni componenti del suo circolo (Snodgrass,
Winkle e Tumpan) e dal suo fido domestico (Samuel Weller), gira per
l’Inghilterra per scoprire cose nuove, i modi di vivere, le persone
e conoscere il mondo. Un viaggio fine a sé stesso, senza meta,
spinto solo da una pura e genuina curiosità. Il romanzo non ha una
vera e propria trama, è un susseguirsi di vicende, talvolta con un
filo conduttore narrativo, talvolta no. Inframezzati alla narrazione
delle vicende dei protagonisti del gruppo succede spesso anzi che un
personaggio secondario inizi a raccontare una storia che gli è
capitata o che ha sentito raccontare, creando una narrazione nella
narrazione che dura anche un capitolo.
Gli
unici filoni narrativi ricorrenti all’interno del romanzo
riguardano le vicende sentimentali dei protagonisti e le vicende del
padre di Sam Weller, che se la deve vedere con corrotto e alcolizzato
uomo di chiesa che gli ha plagiato la moglie.
Il
racconto ha come centro di narrazione i personaggi che via via i
protagonisti incontrano, e infatti i personaggi secondari sono una
miriade.
Lo
stile del romanzo è semplice e divertente: l’autore tende sempre a
prendere in giro i personaggi e a far succedere situazioni comiche e
buffe: la narrazione non annoia mai, e anzi diverte e intrattiene.
Una trovata comica ma allo stesso tempo realistica e stilistica
geniale riguarda il modo di esprimersi dei personaggi: se Pickwick e
i membri del suo circolo si esprimono in una lingua formalmente
perfetta, le persone di estrazione umile e di scarsa cultura, si
esprimono in una lingua sgrammaticata e stentata, cosa che si
riflette anche in una errata grafia delle varie parole… Un po’
come succedeva già nel Satyricon di Petronio, una delle poche fonti
pervenutaci dell’esistenza di una lingua latina volgare. Divertente
è per esempio la convinzione di Sam Weller e di suo padre che il
loro cognome sia Veller, talvolta pronunciandolo Ueller.
L’unico
momento in cui lo stile di narrazione è complicato e arzigogolato è
il primo capitolo, quello introduttivo: questo evidente scompenso con
lo stile lineare che caratterizza il resto del libro forse è una
scelta dell’autore per introdurre il lettore in un libro dal
cervellotico susseguirsi d’eventi, un po’ come fece Petrarca nel
sonetto proemiale del Canzoniere.
Detto
tutto ciò, rimane solo da considerare che lo stile di narrazione è
molto vario, l’unica cosa costante è un sentimento di giovialità
e di positività, anche quando vengono narrate storie tristi.
In
ultimo, in questa introduzione generale al libro, voglio notare come
un racconto all’interno del romanzo io l’abbia trovato come la
bozza dell’opera più nota a livello commerciale di Dickens, “Il
canto di Natale”. Il racconto a cui mi riferisco è “La storia
dei folletti che rapirono un sagrestano”, che vede l’antipatico e
misantropo sagrestano Gabriel Grub rapito da degli inquietanti
folletti, che lo porteranno a un conversione durante la notte di
Natale.
Per
approfondire un po’ di più sul romanzo, ecco una pratica lista dei
personaggi principali:
I
personaggi che sono protagonisti del libro sono:
-
Samuel Pickwick: Anziano signore londinese,è il protagonista del romanzo. Ha passato la sua vita ad accumulare una cospicua ricchezza, che gli è servita a viaggiare per due anni per l’Inghilterra, per cercare nuove esperienze, vedere nuove città e di nuove persone conoscer l’indole. Ha un cuore d’oro ed è molto paterno, spinto sempre dalle migliori intenzioni. L’autore lo descrive con reverenza, sfociando alle volte nella bonaria presa in giro.
- Samuel Weller: È il domestico di Pickwick. Giovane incolto, è però molto intelligente e dall’animo buono: ha una vastissima esperienza del mondo e sa sempre come destreggiarsi in qualunque situazione. Ha un umorismo molto tagliente, e riesce a suon di parole a mettere nel sacco anche un giudice. È assolutamente fedele al suo padrone, che l’ha tolto da una strada, tanto che arriverà a farsi arrestare per seguirlo in prigione.Ha reso celebre un modo di esprimersi proverbiale, che prende il nome da lui: il Wellerismo. Per fare un esempio pratico un wellerismo è “Non so se mi spiego, come disse il paracadute” oppure “È una vitaccia la mia, come disse il cacciavite”.
-
Mr. Tumpman: membro del circolo di Pickwick, è un grasso e anziano donnaiolo. Ha una veloce relazione amorosa con una vecchia zitella, la sorella di mr. Wardle, che però si risolverà male per colpa di Jingle
-
Mr. Winkle: Giovane membro del circolo, è figlio di un avido imprenditore. Nel finale viene descritto quasi come figlioccio di Pickwick, e si sposerà con Arabella, una giovane amica della famiglia Wardle, dai bellissimi occhi neri.
-
Mr. Snodgrass: Membro del circolo di Pickwick, è considerato un ottimo poeta, nonostante non abbia mai scritto un verso
-
Signora Bardle: È la proprietaria della camera in cui alloggia mr. Pickwick nella prima parte del libro. Ingenua, fraintenderà un dialogo con Pickwick e lo citerà in giudizio, facendolo finire in prigione.
-
Weller il vecchio: Padre di Samuel, è marito della proprietaria di una locanda, la quale non è la madre di Sam, infatti sono entrambi vedovi risposati. È incolto, ingenuo ma anche lui con una certa esperienza nella vita. Ha dei problemi con la sua attuale moglie, che viene plagiata da un prete alcolizzato e scroccone, che si finge un sant’uomo.
-
Jingle e Job Trotter: Due truffatori che ingannano più volte mr. Pickwick e i suoi amici. Sarà a causa di Jingle che Tumpman non riuscirà a sposare la zitella Wardle. Jingle si esprime con un curioso modo telegrafico, spezzando le frasi, riducendo ogni espressione all’osso.
-
Mr. Wardle: Ricco e burbero proprietario terriero inglese, padre di due figlie, fratello della zitella Wardle. È un estimatore di mr. Pickwick, che ospiterà più volte con gran piacere
-
Joe: Cocchiere di mr. Wardle, mangia continuamente e dorme continuamente. Si addormenta ovunque, in qualunque posizione ed è grasso.
-
Bob Sawyer e Benjamin Allen: squattrinati medici neolaureati, amici fraterni. Conoscono Pickwick e i suoi amici ospiti a Natale da mr. Wardle. Benjamin è fratello di Arabella, la moglie di mr. Winkle.
Citazioni:
Samuel
Weller non sa come si scrive il suo nome e infagotta un giudice e
un avvocato a parole, con
un pratico esempio di wellerismo:
“Come vi chiamate, signore?” chiese il giudice.“Sam Weller, Vostro Onore,” rispose questi.“Lo scrivete con una V o con una W?” chiese il giudice.“Codesto dipende dal gusto e dal ghiribizzo di chi lo scrive, Vostro Onore,” rispose Sam. “Io c’avrò avuto occasione di scriverlo un paio di volte sì e no in tutta la mia vita; ma io lo scrivo solo con la V.”[…]“Credo che voi siate al servizio di Mr. Pickwick, il convenuto in questa causa. Parlate chiaro, se non vi dispiace, Mr. Weller”“Intendo parlar chiaro, signore” rispose Sam; “sono al servizio di codesto sagnore che lì, ed è un servizio molto buono”“Poco da fare e parecchio da prendere, immagino,” disse il primo avvocato Buzfuz con tono faceto.“Oh, da prendere ce n’è proprio abbastanza, signore, come disse il soldato quando gli prescrissero trecentocinquanta frustate,” rispose Sam.
Il
modo telegrafico di esprimersi di Mr. Jingle:
“Siete stato in Spagna, signore?” Disse Mr. Tumpman.“Vissuto lì – secoli.”“Molte conquiste, signore?” s’informò Mr. Tumpman.“Conquiste! Migliaia. Don Bolaro Fizzing – grande di Spagna – unica figlia – Donna Cristina – magnifica creatura – mi ama alla follia – padre geloso – figlia elevati sentimenti – bell’uomo inglese – Donna Cristina disperata – acido prussico – pompa gastrica nella mia valigia – operazione eseguita – vecchio Bolaro in estasi – consente nostra unione – mani congiunte e fiumi di lacrime – storia romantica – proprio.”“La signora è in Inghilterra adesso, signore?” chiese Mr. Tumpman, sul quale la descrizione delle sue malìe aveva prodotto una potente impressione.“Morta, signore – morta,”
La
descrizione di Mr. Pickwick, così adulatoria da sfiorare la presa in
giro, all’interno del complicato primo capitolo:
Un osservatore occasionale – aggiunge il segretario, alle cui note siamo debitori della relazione che segue – un osservatore occasionale probabilmente non avrebbe rilevato nulla di straordinario nella testa calva, e negli occhiali circolari, interamente rivolti verso il suo (del segretario) viso durante la letture delle deliberazioni summenzionate; per coloro che sapevano che il gigantesco cervello di Pickwick lavorava dietro quella fronte, e che i raggianti occhi di Pickwick sfavillavano dietro quelle lenti, la vista era davvero di quelle interessanti. […] E quanto assai più interessante divenne lo spettacolo allorché, di soprassalto riacquisite vivacità e animazione al simultaneo prorompere del grido “Pickwick!” dei suoi seguaci, quell’uomo insigne lentamente montò sulla sedia Windsor, su cui precedentemente era rimasto seduto, e si rivolse al circolo da lui stesso fondato. Che studio per un artista offriva quella scena emozionante! L’eloquente Pickwick, con una mano elegantemente celata dietro le code della marsina, e l’altra ondeggiante in aria, a corroborare la sua accesa arringa; la sua posizione elevata palesando quella calzabraca e quelle uose che, indossate da un comune uomo sarebbero passate inosservate, ma che, indossate da Pickwick – se ci è concessa l’espressione -, ispiravano spontanea riverenza e rispetto; [...]
L’affezione
che si crea tra scrittore e personaggio, quasi questi fossero amici
reali:
È destino della maggioranza degli uomini che si mescolano col mondo e raggiungono il rigoglio della vita, di farsi parecchi amici reali, e di perderli, com’è nella natura delle cose. È destino di tuttigli autori ovvero cronisti di crearsi amici irreali, e di perderli, com’è nella natura dell’arte.
Ho parlato di
Il circolo Pickwick di Dickens
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