Disse Ulisse (o meglio, Dante)...

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"

lunedì 3 ottobre 2016

GO!: Meandri di New London, Ep. 6 - Il rito

Zenit si era imbattuto in quella che era una sorta di setta, con a capo Imp alias Jonathan Estate, che aveva deciso di prenderlo con loro: aveva letto nei suoi occhi che il detective condivideva le loro stesse emozioni.


Zenit dopo aver udito le parole di Imp, esitò un attimo.
« Cosa intendete con "condivide le nostre emozioni"? » chiese poi l’investigatore
« Al tempo! Prima bisogna che tu conosca i membri della setta! » rispose il demone Imp.
Zenit rimase in silenzio, voltandosi verso le figure nell'angolo.
Il demone fece venire avanti gli altri, che avanzarono con decisione ed obbedienza.
Quindi li fece presentare:
« Bene andate con ordine, prima gli alti gradi della nostra organizzazione! ».
« Io sono Brian Milstyc, capo della polizia di New London, ma questa non è che la mia povera incarnazione terrena, il mio nome sacro è Asmodeus, e sono il braccio destro del nostro venerato Imp! » disse il primo.
Si fece quindi avanti il secondo.
« Sono Mark O'Prisco nelle mie spoglie terrene e Magirus nella sacra setta di Imp, il mio ruolo qui è di consigliere del nostro sovrano. Sono inoltre il sindaco di New London. »
Venne dunque il turno del terzo.
«Sono Pablo Gerrez, direttore della banca di New London, ma in questo luogo sacro sono Astradamus, confidente di Imp! »
Seguirono gli altri, ma erano per lo più semplici adepti con ruoli poco rilevanti nella società.
Zenit quindi si voltò nuovamente verso Jonathan e chiese:
« E le vostre regole quali sono? ».
Imp quindi chiese a Mark di illustragli le antiche conoscenze.
« Noi tutti siamo l’incarnazione terrena di arcani spiriti. Di noi narrano antiche mitologie dell’Asia centrale. »
Intervenne Imp dicendo: « Io ho studiato per anni queste mitologie, arrivando alla conclusione che in me ardeva lo spirito di Imp, antico demone che proteggeva la tribù dei miniathi. L’ho capito seguendo i miei desideri più forti, i miei istinti e le mie passioni. Io e l’Imp descritto nei miti eravamo lo stesso essere. »
Brian aggiunse: « Imp condusse i miniathi alla conquista di vasti territori grazie ai suoi poteri, che trasmise alla tribù. Dopodiché tornò nel suo mondo ultraterreno, e la sua opera fu mandata avanti per una generazione da vari eroi. Noi siamo quegli eroi! Ora i nostri spiriti si sono reincarnati, e vogliamo quello che ci spetta di diritto: una vita agiata, circondati da ninfe, come premio per la nostra grandezza nella nostra vita precedente! Imp ci ha rintracciati, e ci ha resi edotti del nostro passato, e abbiamo formato questa setta. »
Zenit osservò il gruppo, riluttante.
« Che senso ha che io stia in questa setta di psicopatici? » disse con tono irriverente.
« Non osare! Non metterti contro Imp! Tu qui hai uno scopo e non puoi disobbedire al tuo padrone. Ormai sai troppe cose, se non accetti dovremmo sacrificarti! ».
Zenit non si intimorì, ma accettò perché capiva dalla loro follia che non si sarebbero fatti troppi problemi ad ucciderlo, e questo lo turbò non poco perché sarebbe morto senza aver mai catturato Ode e Lloyd, la sua ossessione.
Quindi il demone ordinò di condurre il tedesco verso una sala vicina.
Questa sala più che altro sembrava una cella: non aveva grandi finestre (come anche quella dove aveva incontrato Imp: gli sembrava che l’edificio dove si trovassero fosse sotterraneo) e aveva un porta blindata, con una piccola finestrella in cima. Fu chiuso li dentro.
Era tutto buio, ma sentiva un respiro ansimante, di qualcuno all’interno della cella. Il respiro sembrava di una voce femminile spaventata.
« Caro Friedrich Zenit, questo è il nostro rito di iniziazione! Sarai rinchiuso dentro questa cella per una notte, assieme a una ninfa. Se il tuo spirito è quello di uno degli antichi guerrieri, questo tenderà da solo ad avere la sua ricompensa della sua vita passata, e pretenderà l’amore della ninfa. Se così sarà, saremo felici di accoglierti con noi, sì come prigioniero, ma anche come confratello. In caso contrario, se anzi l’amore della ninfa ti farà ribrezzo, allora vorrà dire che mi sono sbagliato sul tuo conto e sarai sacrificato nel nome di Imp! »
Questa voce venne da fuori la cella. Era la voce di Jonathan "Imp" Estate. Diceva cose senza senso, la sua febbricitante fede in questi antichi riti lo aveva portato evidentemente alla pazzia. O forse non era questa la causa. Magari qualcosa lo aveva fatto impazzire precedentemente e la conoscenza di queste mitologie aveva dato allo studioso la forza di esternare la propria pazzia?
Nel mentre dei ragionamenti di Zenit, si accese una luce dall’alto della cella. Finalmente vide com’era fatta: aveva pareti grige, ed era totalmente spoglia. Dentro c’erano solamente Zenit e… Una ragazzina, nuda. Non avrà avuto più di dodici anni. Era Guinevere.
Zenit la riconobbe subito, era lei, ed era bellissima proprio come in foto. Sembrava terrorizzata, tremava in un angolo della cella. Zenit sentiva una strana sensazione dentro di sé. L’aveva sentita più volte in passato, e ormai sapeva a cosa l’avrebbe portato.
Capiva ormai anche il motivo della pazzia di Jonathan Estate. Era questa pulsione, la stessa che provava Zenit, che Estate provava evidentemente per la figlia Claudia. Tutta la storia della setta, e dell’amore che gli adepti dovevano avere dalle ninfe non era che un pretesto per giustificare le loro turpi sensazioni.
« Se non sbaglio uno psichiatra giudeo chiamava questo comportamento “sublimazione”! » pensò il detective. Fu l’ultimo pensiero lucido che fu in grado di fare in quel momento. Dopodiché fu puro istinto. Si tolse velocemente l’impermeabile e si sbottonò la camicia. Si avvicinò ansimante alla bambina, che cominciò a gemere e gridare dalla paura.

Da fuori i membri della setta stavano in ascolto. Si sentivano le grida terrorizzate della bambina, e le grida di piacere del detective.

« È uno di noi! » affermò soddisfatto Imp.


Di Eros Evose e Edoardo Valeriani








Nota: Io ed Edoardo Valeriani ci teniamo a precisare che non c'entriamo nulla con le idee e le sensazioni di Zenit e della setta di Imp.

3 commenti:

  1. Chapeau fino a qui! Complimenti a tutti e due gli scrittori

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    Risposte
    1. Grazie mille! :D
      Tieniti pronta domani per il gran finale!

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    2. Grazie Elisa! Tieniti aggiornata domani, come diceva il buon Eros arriva il gran finale!

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Disse Anton Ego...

"Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale."