Disse Ulisse (o meglio, Dante)...

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"

lunedì 11 luglio 2016

Catalina, Cousudor, 09/02 - Parte 1

Finalmente il capitolo finale della Banda Encomiabile è terminato. Lo pubblicherò un episodio a settimana, ogni lunedì. Ho deciso di finirlo come è cominciato, ovvero riportando ciò che Jefferson Gotrocks scrive sul suo diario...




Catalina, Cousudor, 09/02

Scrivere tutto quello che mi è successo negli ultimi giorni è un po’ difficile.
Da quando mi hanno rubato il computer in valigia otto giorni fa non ho potuto più aggiornare il mio diario elettronico, e ora devo riassumere parecchi eventi, senza tralasciare il minimo particolare, dato che questi ultimi giorni sono stati, penso, i più importanti della mia vita e della mia carriera.
Jefferson Gotrocks
(versione alternativa)
Disegno di Elisa Tadiello
Tutto è iniziato quando, otto giorni fa esatti, un marinaio al porto mi ha rubato la valigia mentre ero alla disperata ricerca di una nave che mi traghettasse sulla terraferma. In quel momento ero disperato, perché non potevo più stare in albergo: mi avevano cacciato via, dato che il mio giornale non era più disposto a pagarmi il soggiorno a Cuordi. Lo avrei pagato anche da me, se un presunto miliardario non avesse affittato tutto l’albergo, l’unico del paese! Come ho scoperto successivamente, quella dell’albergo affittato era tutta una scusa per convincermi definitivamente a sloggiare dall’isola. Avevo anche incontrato il presunto miliardario, ma ero sicuro di averlo già visto da qualche parte: alla fine ho scoperto che era un uomo di Orifiamma, e che lo avevo già visto di sfuggita durante la conferenza stampa di qualche tempo fa. Senza più bagagli e senza un posto dove stare avevo incontrato fortunatamente Clarissa, che si è offerta di ospitarmi. È stato davvero gentile, mi dispiace solo averla messa in pericolo involontariamente, essendo suo ospite.
Io non sapevo bene cosa fare, e per un paio di giorni stetti chiuso nella casa di Clarissa, mentre mentre lei era al Palazzo del Governatore per fare un ritratto a Orifiamma. Fortunatamente ero a casa, dato che si presentò alla porta un individuo molto interessante: il marinaio che mi aveva derubato! Inizialmente non ero sicuro si trattasse di lui. Chiese di poter parlare in privato con me, e lo feci entrare. Non era casa mia, ma Clarissa non sarebbe tornata prima di sera e non sarebbe mai venuta a conoscenza di questa mia maleducazione.
I miei sospetti nei confronti del misterioso signore vennero esplicitamente confermati da lui stesso, che una volta entrato si presentò proprio come il ladro del mio bagaglio, dicendo però di essere venuto con buone intenzioni, questa volta. Volli fidarmi di lui e lo invitai a sedersi su una poltrona. Devo assolutamente ringraziare questo marinaio, perché è stato grazie a lui che tutta questa storia ha finalmente cominciato ad avere un senso: lui mi aveva riconosciuto come Jefferson Gotrocks, il famoso giornalista straniero venuto per via delle minacce che Orifiamma aveva subito dalla presunta Banda Encomiabile, e che ora aveva intenzione di capire chi fosse il vero autore del furto. Mi aveva rubato la valigia per togliermi il computer e togliermi la possibilità di comunicare con la mia redazione e in generale col mondo esterno all’isola. Tutto ciò per far felice il suo datore di lavoro Polidoro Orifiamma, che non vedeva di buon occhio il fatto che io potessi scoprire qualcosa di importante riguardo il furto e comunicarlo al mio giornale. Ma perché non voleva che io scoprissi qualcosa? Semplice: era stato Orifiamma stesso a commissionare il furto, e il marinaio che mi stava parlando… Era uno degli esecutori materiali del furto.  


[CONTINUA...]

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Disse Anton Ego...

"Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale."