Disse Ulisse (o meglio, Dante)...

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"

martedì 18 dicembre 2018

Teatro: "Così è (se vi pare)", di L. Pirandello - Regia di F. Dini

Il 14 dicembre ho assistito a "Così è (se vi pare)" di Luigi Pirandello con regia di Filippo Dini, in scena dall'11 dicembre 2018 al 6 gennaio 2019 al teatro Carignano di Torino. Tra gli attori protagonisti figura Giuseppe Battiston nel ruolo del signor Ponza.




La celebre opera di Pirandello si svolge in un imprecisato piccolo centro dove la signora Frola (Maria Paiato), il signor Ponza suo genero (Giuseppe Battiston) e la moglie di lui (Benedetta Parisi) si sono trasferiti da poco. Ultimi sopravvissuti di un paese distrutto dal terremoto della Marsica, la loro condotta desta sospetti nei nuovi concittadini, sia per il fatto che Ponza tenga segregata la moglie al punto che questa non possa nemmeno vedere sua madre, sia per il fatto che genero e suocera si accusino vicendevolmente di essere pazzi rimanendo comunque in buoni rapporti. I coniugi Agazzi (Mariangela Granelli e Nicola Pannelli) con loro figlia Dina (Francesca Agostini), i coniugi Sirelli (Ilaria Falini e Dario Iubatti) e la signora Cini (Orietta Notari) sono curiosi e cercano di capire con indagini e stratagemmi chi dei due sia davvero pazzo, chi dei due abbia raccontato la verità. Elemento di disturbo è Lamberto Laudisi (Filippo Dini), fratello di Amalia Agazzi, che deride questa morbosa curiosità pettegola, mettendo in dubbio il fatto che si possa conoscere davvero la verità.


Locandina dello spettacolo:
sia i costumi che la scena rendono perfettamente l'idea di ambientazione borghese.
La scena è rappresentata da un trittico di pareti con porta che si spostano ora più avanti, ora più indietro
per distinguere le diverse stanze.
La tavolata serve solo a parodiare L'ultima cena di Leonardo, non è presente in scena.


Filippo Dini modifica lievemente l'opera originale: prima di tutto ne cambia la struttura, articolandola in due atti anziché tre. Ai personaggio vengono poi aggiunte alcune caratteristiche non specificate nel copione come la disabilità di Lamberto Laudisi, costretto in sedia a rotelle, e il nervosismo di Amalia Agazzi, resa come una tabagista incline al bere che rimprovera violentemente la figlia Dina quando questa la interrompe. Inoltre viene soppresso il personaggio della signora Nenni.
Una modifica spettacolare è sicuramente la resa onirica del monologo di Lamberto davanti allo specchio: Il monologo diventa un incubo di Lamberto Laudisi che, circondato da specchi deformanti, recita come se stesse cantando in un piano bar, con il fantasma senza volto della signora Ponza che balla dietro di lui. Scena inquietante, resa così anche grazie alla musica di sottofondo (a cura di Arturo Annecchino), che riesco solo a definire come creepy: una voce femminile che pronuncia suoni sconnessi e privi di significato, forse parole al riversate al contrario. Evocativa, da applausi. E il pubblico ha applaudito.

Laudisi:
(Va un po' in giro per lo studio, sogghignando tra sé e tentennando il capo; poi si ferma davanti al grande specchio su la mensola del camino, guarda la propria immagine e parla con essa) Eccoti qua...
La saluta con due dita, strizzando furbescamente un occhio, e sghigna.
Eh caro... Chi è il pazzo di noi due?
Alza una mano con l'indice appuntato contro la sua immagine che, a sua volta, appunta l'indice contro di lui. Sghigna ancora, poi.
Eh, lo so: io dico: tu - e tu dici: io! - Tu! tu! - E già, io...- Va' là, che così a tu per tu, ci conosciamo bene noi due! - Il guajo è che come ti vedo io, non ti vedono gli altri! E allora, caro mio, che diventi tu? Dico per me che, qua di fronte a te, mi vedo e mi tocco - tu, per come ti vedono gli altri - che diventi? - Un fantasma, caro, un fantasma! - Eppure, vedi questi pazzi? Senza badare al fantasma che portano con sé, in sé stessi, vanno correndo, pieni di curiosità, dietro il fantasma altrui! E credono che sia una cosa diversa...

Luigi Pirandello, Così è (se vi pare), Atto II scena III



Giuseppe Battiston in un vecchio monologo andato in onda su LA7 se la prendeva con gli attori cani, consapevole di non farne parte.


Infatti la sua recitazione in questo spettacolo è ottima: riesce a dar tutta la potenza isterica e nevrotica che il personaggio richiede, urlando dietro alla suocera (che riesce a fargli da contraltare reagendo remissiva a spaventata, pensando teneramente alla figlia che non può vedere) come in preda a crisi isteriche.
Anche gli altri attori si rivelano capaci nei loro ruoli, in special modo Nicola Pannelli nel ruolo del signor Agazzi, con la sua prosopopea spavalda che nel corso della vicenda diventa sempre più spezzata e stressata, dato che tutti i pettegoli investigatori nel cercar di capire quale sia la verità, chi dei due sia pazzo, impazziscono lentamente. Questo elemento è un'interpretazione aggiunta da Dini, che io ho trovato particolarmente azzeccata, contando quanto disumani sono i protagonisti dell'opera: considerano i loro nuovi compaesani esclusivamente come personaggi di pettegolezzi, ignorandone i sentimenti: Ponza e Frola sono solo personaggi di una storia di cui va ricostruita la trama, non dei vicini di casa.

Pirandello era odiato dal pubblico suo contemporaneo, ma oggi abbiamo imparato a amarlo. Regia e attori hanno messo in scena abilmente la pièce e il pubblico li ha ben ricompensati con un lungo applauso finale.

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Disse Anton Ego...

"Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale."