Disse Ulisse (o meglio, Dante)...

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"

venerdì 22 giugno 2018

Cartoline, usanza d'altri tempi (?)

Qualche giorno fa ero sul blog di MikiMoz e mi sono imbattuto in un post in cui il blogger invitava a inviargli cartoline, così da tener viva questa tradizione vacanziera che ormai ha un sapore rétro. Le nuove tecnologie che permettono di tenerci in contatto nonstop e di condividere con tutti le foto del lido dove abbiamo passato l'estate rendono una cosa abbastanza inutile lo spendere soldi per far sapere a una persona che l'abbiamo pensata. Nella generazione dei nativi digitali chi ha mai inviato una cartolina a un amico? Io.




Per me è una tradizione da ormai tre anni, da quell'estate in cui sono andato in gita in Romagna coi giovani della parrocchia, da quella sera di luglio in cui ho girato per la Serenissima San Marino in compagnia di una bambina di sette anni (anche lei della comitiva) in cerca di qualche cartolina da inviare a due mie amiche, così da condividere anche con loro in maniera originale questo mio viaggio. Uscii dal negozietto di souvenir con ben più di due cartoline e altrettanti francobolli, questi ultimi comprati su suggerimento della mia piccola accompagnatrice. Oltre alle mie due amiche mi ero ricordato del mio caro professore, dei miei genitori e di Giovanni, che non aveva potuto unirsi al viaggio. Nello scegliere le cartoline avevamo perso tempo e il resto del gruppo si era spostato poco più avanti (li avevo anche avvisati). Il cellulare all'estero di per sé non prende, e in quel momento era pure scarico: entrare in contatto con gli altri era molto difficile. La bambina era preoccupata, io anche. Per fortuna li abbiamo trovati dopo poco, sulla strada per il pullman che ci avrebbe fatto passare la frontiera.

«Un attimo. I francobolli di San Marino non sono validi in Italia!» gridò il mio formidabile intuito.


Già, avevo speso non so più quanto inutilmente. L'unico modo per non finire in bancarotta fu scrivere al volo le cartoline agli indirizzi che ricordavo e imbucarle nel primo posto disponibile, con il parroco accanto a me che mi fulminava con lo sguardo perché si era anche fatta una certa.
La gita finì dopo pochi giorni e tornai nella mia cara e vecchia Torino dove consegnai a mano la cartolina al mio amico Giovanni che ne fu molto contento.
Tornai in quel vetro grigio che fu il resto di quell'estate, una noia mortale che mi portò solo ad essere triste e privo di energie. Una mattina ricordo che fu peggiore delle altre, rileggo ancora abbastanza angosciato ciò che scrissi sul mio diario come sfogo, angoscia che passa subito nel leggere la pagina successiva. "Basta nulla per cambiare la giornata", e accanto, attaccata con una clip, una cartolina: una delle due mie amiche aveva ricambiato il mio gesto. Sorrido.

Grazie

Quel piccolo gesto era bastato a dare una piega diversa alla giornata, e da allora ogni estate regolarmente invio cartoline ai miei amici più cari (che rispondono anche), orgoglioso di aver ridato vita e significato a questa usanza.
Fu con la scusa di inviarle una cartolina inesistente che carpii l'indirizzo di Elisa (oggi la mia ragazza) con l'intento di spedirle a tradimento un regalo per il suo diciottesimo compleanno.

L'anno scorso sono stato a Venezia e ai destinatari classici delle mie cartoline si è aggiunto anche Francesco (Franky Retron), col quale quella stessa estate avevo passato due giorni nella sua bellissima città. Lui mi ha definito turista d'altri tempi dicendo che non si sarebbe mai aspettato di ricevere una cartolina. Stupire così una persona è bellissimo: con la facilità che si ha oggi di condividere informazioni e tenersi in contatto questo semplice gesto suona per nulla scontato e impersonale, come possono essere invece le foto delle vacanze su Instagram, e ancor più intimo di una foto su Whatsapp.

10 commenti:

  1. A-ah!!! Ecco perché sei così legato alle cartoline: le hai usate come scusa per fare il marpione :D
    A parte gli scherzi, caro Eros, che dire... complimenti per questa pratica, a cui tengo un casino... anzi, sai che c'è? Siccome mi hai citato, siccome sei interessato alla cosa, siccome hai detto che me ne mandi una... anche io voglio inviarti una cartolina, proprio ora che sono in vacanza.
    Fammi avere il tuo indirizzo (e, giuro, non è per fare il marpione XD)

    Moz-

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  2. Capito qui sul tuo blog per caso, ma questo articolo ha attirato la mia attenzione.
    Ebbene, sarò un po' vecchietta, ma io le cartoline le ho sempre inviate eccome! Ma ti dirò di più, sono anche una di quelle che invia corrispondenza all'estero e che ne riceve altrettanta da persone del tutto entusiaste di mantenere viva questa tradizione! Il problema sai qual è? Quando entri in quattro uffici postali diversi alla ricerca di francobolli e loro, con aria trasognata, ti rispondono: "no ma noi mica vendiamo i francobolli! prova dal tabaccaio!". Poi, dopo aver girato trentamila tabaccai ne trovi uno che li ha e che ti confessa "signorina, sa, io in realtà li tengo solo perché quando muore qualcuno me li chiedono in molti per inviare i biglietti di condoglianze".....
    .....e invece dal Giappone ti arrivano dei francobolli fighissimi con su addirittura personaggi di anime o luoghi culturali....
    Ai posteri l'ardua sentenza.

    Ps. Sappi che dal 3 luglio per mandare una cartolina ci sarà da sborsare 1,10 al posto dei già cari 0,95 cent ahahahahaha

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    1. Gli uffici postali che non vendono i francobolli, sembra una barzelletta! Per fortuna il tabaccaio sotto casa mia li vende da sempre, è il mio fornitore abituale. Per il rincaro dei francobolli mammamia, a momenti spendo meno a tornare a San Marino apposta e spedire da lì con francobolli locali.
      I francobolli dal Giappone mi incuriosiscono, potresti farci un post sul tuo blog e lo leggerei! Su quel blog dove sono capitato per caso poco fa SENZA SAPERE CHE AVESSI COMMENTATO. Ti giuro. L'ho trovato interessante, l'ho messo trai blog seguiti... Se vorrai seguirmi anche tu sei la benvenuta :)

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    2. Forse, dopo tanto girovagare, anche io ho trovato il tabaccaio di fiducia (sempre in base al numero di decessi del paese suppongo...!). Comunque sì, fai prima a dargliela a mano la cartolina ahahaha

      Non ci avevo pensato a scrivere un articolo sui francobolli dal Giappone! Grazie per la bella idea, lo farò sicuramente! :) Mi incuriosisce poi sapere come hai fatto a finire sul mio blog dato che ha ancora pochissimi articoli e penso zero visibilità ahahahah
      Comunque grazie per il follow, ricambio certamente e spero che continuerai a trovare i miei articoli interessanti!
      A presto!

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    3. Semplicemente ho cercato altri blogger con interessi simili ai miei, se vai sul tuo profilo e clicki su uno degli interessi che hai specificato ti vengono altri utenti che condividono la tua passione :)

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    4. Ah, ecco come si fa a trovare blog e utenti! Mi pareva strano non si potesse cercare in alcun modo! Mi devo ancora adattare un po' a blogger :)

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  3. Eccomi qui.
    Anch'io ho inviato una cartolina a Miki e ad altri amici, ma lui non ha ricambiato.
    Mah. Avrà davvero cattive intenzioni con te? Ahahah
    P.S. Io questa storia del profilo non l'ho ancora capita. Non ne ho mai impostato uno. I follower li cerco sui blog dei miei amici, e molti vengono spontaneamente, immagino allo sgesso modo.
    Notte.

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    1. Glom, domani mi arriva un pacco bomba a casa, me lo sento!

      È che tu hai un profilo diverso da quello mio e di Diana, che non rientra nella ricerca di cui parlavo sopra: tu hai usato direttamente il profilo Google+ (si può fare perché Blogger è un marchio Google). Io sono iscritto a Blogger da prima che esistesse G+, quindi ho un profilo di Blogger separato da quello di G+. Diana credo si sia iscritta più di recente, ma ha scelto anche lei di fare un profilo apposta per Blogger.

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    2. Ho capito perfettamente. Meno male. Pensavo di essere io l'inetta.
      Ora vado a nanna, però.
      Notte.

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Disse Anton Ego...

"Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale."