Disse Ulisse (o meglio, Dante)...

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"

sabato 23 settembre 2017

Insonnia, stanchezza mentale, Labadessa e Seneca

Non riesco ad organizzare bene le mie ore di sonno e sento spesso che i pensieri più veri sfuggono dalla mia mente stanca, transitando velocemente come un treno in ritardo per la stazione successiva.
Questo sabato trascrivo qui sul blog alcune pagine del mio diario, scritte la notte tra il 2 e 3 settembre 2017, in un momento d'insonnia. A rileggerle il giorno dopo le ho trovate così spontanee, sincere e indicative del mio modo di pensare che ho trovato che meritassero una pubblicazione qui sul mio blog.




Sabato 02/09/2017

È tardissimo ma, complice la stanchezza e pesantezza mentale che mi attanaglia nelle ultime settimane, solo ora il mio cervello, distrutto, riesce a funzionare, uscendo dall'oblio e dal torpore che lo attanaglia di giorno, soffocato dalla noia e dall'inattività.
Da "Il miliardario di Colle Fosco", di Don Rosa
A quest'ora il mio cervello lavora, viaggia. Anni fa dicevo che "a quest'ora mi viene sempre l'impulso di scrivere", e scrivevo il diario. Ora è di nuovo così. Medito tanto di notte, cose belle e cose brutte, ma ciò che a pensarci bene mi infastidisce non è che così facendo perdo ore di sonno ma che tutte le meditazioni  che faccio si perdono nell'oblio del sonno. Come dicevo prima il mio cervello ultimamente lavora solo a quest'ora, durante il giorno le riflessioni e i progetti della notte vengono dimenticati per riaffiorare solo a quest'ora, a rimandare i buoni propositi all'indomani, per poi dimenticarli (forse volontariamente, per paura di un cambiamento, di una nuova novità?) fino alla notte successiva. Ora spero che scrivendo queste cose, esternando in qualche modo questo problema, questo rimanga più impresso nella mia mente, e mi porti a risolverlo più facilmente, ammettendolo a me stesso. Non per nulla la mia massima preferita è "Sii onesto con te stesso". Sono qui con me stesso, col mio diario e con la luna piena che, voltandomi di tanto in tanto per meditare cosa scrivere e come, mi accorgo che mi osserva e illumina dalla finestra sulla mia destra, in un cielo stranamente snuvolo.




(È un particolare totalmente fine a sé stesso questo della Luna, ma mi ha colpito e volevo ricordarlo qui sul diario)

Io scrivo tanto e leggo tanto. Stasera ho letto "Le lettere morali a Lucilio" di Seneca. Ne ho lette poche, ma quelle poche mi hanno totalmente spiazzato: ci sono riflessioni profonde e insegnamenti di vita così giusti e veri, molte più di quante ne abbia trovati in qualsiasi altro libro abbia mai letto, e molte più di qualsiasi cosa abbia mai scritto.

Lucio Anneo Seneca

Stasera posso sembrare molto "Labadessa", webcomic che sì fa ridere, ma che un po' mi infastidisce, magari perché in lui stesso rivedo problemi e angosce che attanagliano anche me, ma che cerco effettivamente di risolvere ed eradicare (tra l'altro, anche scrivendo questo diario!), cosa che invece l'autore non sembra fare crogiolandosi in questi problemi e angosce e, buon per lui!, guadagnandoci anche sopra. Tutto ciò per dire che badessa per badessa, mi metto a citarla: "Che cazzo di filosofone è Seneca?".

Qui l'originale

No davvero, Seneca lo ammiro per ciò che ho letto, ma allo stesso tempo lo invidio un po': sarà per il meccanismo di stanchezza mentale che ho descritto poco fa, ma io non riesco proprio a capire la realtà al livello a cui lo fa lui: tutti i ragionamenti che faccio zoppicano perché fatti a mente stanca, per poi essere lavati via col sonno. Poi c'è un'esperienza di vita che non ho, essendo solo diciottenne mentre Seneca un uomo maturo durante la stesura delle sue lettere. poi probabilmente, essendo la mia testa stanca, lo scrittura nell'ultimo periodo mi affatica ancora di più, specie se fatta al computer. Anche per questo stasera ho scritto in carta e penna, effettivamente stendendo pensieri più vivi, complessi e sinceri di quanto avrei mai fatto in digitale. Invidio e ammiro Seneca anche per questo: i suoi pensieri ha espressi in spontanee lettere a un amico, non in lunghi e laboriosi trattati filosofici.
[...]
Ora stacco. La Luna ormai si è allontanata e voltandomi non la vedo più, è proprio tardi. Spero domani di non dimenticare queste riflessioni.
Eros Laguardia

2 commenti:

  1. Questo post mi ricorda vagamente quello della stella cadente: breve, personale, profondo. Sono il tipo di post che preferisco❤️

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    1. Grazie! Questo è anche uno dei miei post preferiti! :D

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Disse Anton Ego...

"Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale."