Disse Ulisse (o meglio, Dante)...

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"

mercoledì 1 ottobre 2014

Le straordinarie avventure di Jules Verne

Vorrei parlare un attimo di una serie animata che mi ha appassionato particolarmente in questo periodo: come dice già il titolo si tratta de "Le straordinarie avventure di Jules Verne".


Da sinistra a destra: De L'Ennuì, Ester, Jules Verne, Amelie e Artemius Lucas


L'idea di base di questo cartone italiano è: cosa sarebbe successo se lo scrittore francese Jules Verne avesse vissuto in prima persona tutti gli avvenimenti raccontati nei suoi romanzi?
Così vediamo un Jules Verne sedicenne alle prese con studi universitari non decisi da lui che durante la serie trascurerà per dedicarsi alla sua attività al "Contes du Voyage", giornale di esplorazioni diretto da Artemius Lucas, la cui redazione è composta da... Jules Verne, Artemius Lucas e sua figlia Amelie. Nemmeno il Papersera ha così pochi collaboratori...
Alle spedizioni partecipano anche la governante Ester e il contabile della rivista De L'Ennuì, quest'ultimo molto tirchio e pavido e in continua apprensione per le condizioni economiche del giornale, sempre prossime alla bancarotta, dati i costosissimi viaggi intorno al mondo di cui si occupa, nonché gli animali domestici Hatteras (un cane) e Sophia (un lemure trovato in Africa nel primo episodio). Devo ammettere che questi ultimi personaggi mi sembrano lievemente inutili (infatti negli episodi a mio parere riusciti meglio compaiono poco o nulla); forse si salva solo De L'Ennuì, che con il suo poco coraggio riesce a far ridere.
Capitano Nemo
L'antagonista principale della serie è poi il capitano Nemo, il famoso capitano del sottomarino Nautilus comparso nei romanzi "Ventimila leghe sotto i mari" e "L'isola misteriosa".
Questa versione del capitano Nemo differisce alquanto dai romanzi: mentre lì incarnava lo spirito indipendentista che era radicato nell'Europa del 1800, essendo un principe indiano che medita vendetta contro la marina inglese dopo che l'Impero Britannico ha conquistato l'India uccidendo tutti i componenti della sua famiglia, in questo cartone Nemo appare come un principe indiano, grande amico di Artemius Lucas,dalle geniali capacità inventive stabilitosi in Francia dove forma una famiglia con una certa Elizabeth. I suoi costosi esperimenti portano al fallimento la famiglia, che è costretta a emigrare: durante il viaggio in nave l'imbarcazione affonda e muoiono tutti meno che lo stesso Nemo, che decide di far perdere le proprie tracce e di cambiare totalmente vita, perdendo la ragione diventando una specie di scienziato pazzo. Inoltre perde ogni senso di pietà e diviene molto vendicativo e autoritario, in contraddizione col Nemo di 20'000 leghe. Insomma, è totalmente diverso dal Nemo originale, ma al contrario di quanto possa apparire da questa descrizione non è male.
L'idea della serie è ottima: far conoscere ai bambini/ragazzi i libri di Verne, e riesce nel suo intento, riuscendo anche a intrattenere senza annoiare mai. La sigla poi è fantastica! Non ha parole, è solo un pezzo di musica di stile classico, ma capace di coinvolgere:


Tata
Parlando di cosa non mi ha convinto, devo citare per primi i personaggi: come ho detto sopra i vari animali domestici e Ester sono un po' inutili, non facendo mai nulla di interessante. Il gruppo poteva benissimo essere formato da Jules, Amelie, Artemius e De L'Ennuì come spalla comica e non ne avrebbe risentito, anzi.
Poi Ester... mi sembra ispirata al personaggio della Tata di DuckTales. Guardate voi, sono identiche:
Ester


Forse questa somiglianza è dovuta al fatto che quasi tutti quelli che hanno partecipato alla realizzazione della serie sono storici autori di Topolino, come per esempio Francesco Artibani, Claudio Sciarrone, Giorgio Salati e Stefano Ambrosio...



Ma lo stesso De L'Ennuì è molto simile a zio Paperone, anche se non fisicamente: è estremamente tirchio (nella concisa descrizione sul sito RAI viene detto che "Usa perfino più volte la stessa bustina di the"... una caratteristica paperonianissima); tutto questo può benissimo essere un caso, dato che lo stereotipo della persona avida è usato molto di frequente per creare gag; è però curioso il fatto che Paperon de' Paperoni e De L'Ennuì condividano lo stesso doppiatore, Giorgio Lopez...
Per secondo invece devo citare il fatto che la serie abbia anacronismi più o meno gravi:
Il più trascurabile e pignolo è il fatto che nel 1834 (essendo Verne nato nel 1828, sedici anni li aveva nel 1834) i personaggi usino la dinamite, che è stata inventata nel 1867; però se in un episodio stavano per mandare il primo uomo sulla luna più di 130 prima di quanto è successo nel mondo reale, è plausibile pensare che abbiano una tecnologia più evoluta della nostra, e che abbiano inventato la dinamite prima.
Un anacronismo invece gravissimo e imperdonabile è il fatto che nel 1834 i personaggi parlino della Guerra di Secessione... che però avverrà solo nel 1861! I romanzi di Verne sono stati scritti in quel periodo, e ci sta che citino quella guerra... Ma una citazione del genere nel cartone, ambientato una trentina di anni prima, potevano evitarla!
Per finire: questo cartone inizialmente non mi aveva convinto, ma man mano che guardavo gli episodi mi ha appassionato sempre più, e ora posso dire che è un buon cartone, con un'interessante idea di base, realizzato bene, anche se con qualche difetto. Complessivamente è uno dei migliori cartoni italiani degli ultimi anni, e, per quanto possa valere la mia opinione, valutandolo da 0 a 10 gli darei un 7/8.

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Disse Anton Ego...

"Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale."