Disse Ulisse (o meglio, Dante)...

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"

giovedì 17 luglio 2025

"Contumacia" di Teatro diVento, regia di Andrea Polesel

Ho assistito il 12 luglio allo spettacolo "Contumacia", realizzato dalla comunità teatrale Teatro diVento, aiutata dalla regia di Andrea Polesel, presso il Teatro Sant'Anna a Torino.


Meme postato da un follower
dell'influencer durante
lo spettacolo
Presso uno studio televisivo, in diretta nazionale, si svolge il processo contro una maestra elementare accusata di aver abbandonato i suoi studenti al freddo e al gelo di una mattina d'inverno, di aver imprecato di fronte a loro, di aver scaricato il proprio padre in una RSA e di aver commesso revenge porn nei confronti del suo ex. Un processo spettacolare e spettacolarizzato, presieduto da tre giudici, quattro avvocati, una presentatrice e una influencer che porta tanto share ed engament.

Un processo che sembra essere più contro a una strega nel rinascimento che contro una maestra al giorno d'oggi, in cui bisogna convincere tutti quanto lei sia una persona riprovevole: una capitalizzazione del panico morale e del pubblico sdegno. 

Il tono demenziale e grottesco: una pletora di testimoni folli e fuori luogo si alternano nell'accusare e nel difendere l'accusata, non presente perché il processo è, appunto, in contumacia. Impossibile non ridere davanti a un dibattito fra periti trasformato in un incontro di boxe, ma anche impossibile non star male di fronte a un coro urlante di insulti misogini provenienti dalle spalle del pubblico.



Lo spettatore durante lo spettacolo è coinvolto in prima persona, ha anche lui un ruolo importante: fa parte del pubblico in studio che deve applaudire, ridere e mostrar stupore a comando. O prendere in giro uno dei giudici.

Si ride di gusto per i primi tre quarti dello spettacolo, fino a quando non subentra un colpo di scena e un nuovo personaggio che si fa carico di tutta la rabbia che sta alla base della morale dello spettacolo: rabbia per il controllo sociale asfissiante che incombe sul corpo e il comportamento femminile, per la presunzione di colpevolezza che grava sempre sulla vittima. Ma si lascia spazio anche a una critica riguardo l'abuso di potere nelle gerarchie lavorative, dove i subordinati sono costretti a far da schiavi e appagare i desideri e l'ego di chi li comanda. Quanto è facile trasformarsi in ciò che si è odiato e ci ha fatto soffrire quando si acquisisce un minimo di potere?


Teatro diVento è una comunità di trenta giovani, affiatata e sinergica, perfettamente capace sia di far divertire che di prendere a pugni nello stomaco il pubblico.

La storia, i personaggi e le gag sono stati costruiti collettivamente e ricuciti da un team di cinque scrittori sulla base di improvvisazioni fatte dagli attori nei mesi precedenti. Auguro alla compagnia Teatro diVento, ormai al suo terzo spettacolo, di continuare con questa qualità di produzione e di sinergia creativa per ancora molti anni. La qualità, sia di recitazione che di scrittura che di scenografia e di musica, è altissima per essere un progetto esordiente ed amatoriale. Io credo proprio che rimarrò uno spettatore ricorrente ed affezionato.

Consiglio a tutti la visione dello spettacolo, di cui sono previste repliche in autunno. Per restar aggiornati vi consiglio di seguirli sulla loro pagina Instagram Teatro diVento.


Il gruppo teatrale al completo a fine spettacolo


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Disse Anton Ego...

"Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale."