Il primo assioma della comunicazione afferma "Non si può non comunicare": ogni gesto è, volontariamente o meno, una forma di comunicazione, anche non voler parlare implica la trasmissione di un messaggio.
Tutta la vita di ciascuno di noi è incentrata sulla comunicazione, e nonostante questa possa svolgersi nei modi più disparati si è soliti trovare vari elementi fondamentali perché la comunicazione avvenga: sono l'emittente (colui che invia il messaggio), il ricevente (colui che lo recepisce), il canale (il mezzo attraverso il quale la comunicazione avviene), il codice (il linguaggio usato per esprimere il messaggio, che deve essere comprensibile sia al mittente sia al ricevente) e il contesto (il momento in cui il messaggio è trasmesso e il rapporto che c'è trai due autori della comunicazione).
Facendo qualche esempio: due amici discutono tranquillamente del più e del meno. L'emittente e il ricevente sono i due amici, il contesto è il rapporto d'amicizia e di parità trai due e il momento di tranquillità, il canale è quello dell'aria, che permette alle parole dei due di propagarsi, e il codice è la lingua con cui i due si esprimono (ipotizziamo l'italiano). Invece se ipotizziamo un professore che riceve via mail comunicazioni dalla preside: gli elementi fondamentali sono presenti, ma sono fondamentalmente diversi. Il professore e la preside sono ricevente ed emittente, e il contesto qui non è un rapporto di parità, ma di superiorità della preside nei confronti dell'insegnante. Il canale non è più quello vocale trasmesso attraverso l'aria, ma è un testo scritto trasmesso via onde elettromagnetiche, e il codice è il linguaggio scritto e non quello parlato.
Spesso i messaggi che l'emittente invia al ricevente presuppongono dei messaggi di risposta: in questi casi i due autori si scambiano di ruolo e l'emittente diventa ricevente e il ricevente emittente. Questa azione viene denominata feedback, e viene spesso rappresentata attraverso uno schema di frecce circolari che collegano i due autori a rappresentare la direzione dei messaggi tra mittente/ricevente e ricevente/emittente. Questa azione avviene praticamente sempre, e quindi lo schema circolare è un modello più efficace di rappresentazione della comunicazione in confronto a quello lineare che contempla solo il mittente e il ricevente.
Poco fa abbiamo ipotizzato una possibile comunicazione tra amici che usano il linguaggio verbale per comunicare ma l'esempio poteva essere incompleto: infatti è praticamente impossibile comunicare solo con il linguaggio verbale dato che questo è sempre accompagnato da quello non verbale, ovvero gesti, tono, posture, atteggiamenti es espressioni facciali: questi integrano il linguaggio verbale, e a volte possono mettere in rilievo messaggi non sinceri comunicando per lo più stati d'animo e pensieri.
Un "sto bene, non preoccuparti" detto con voce insicura e con un'espressione affranta ha un significato diverso da un "sto bene non preoccuparti" detto con sicurezza e con un'espressione allegra, stesso discorso per un insulto detto in tono rabbioso o uno detto in tono scherzoso.
Particolarmente in Italia il linguaggio non verbale è sviluppato: "Gli italiani gesticolano anche quando parlano nel sonno" ho sentito dire, e in effetti è vero. In Italia è molto diffuso l'uso del gesticolare, spesso però senza che questi gesti servano per dire qualcosa di non detto già verbalmente: servono a dare più enfasi al discorso e a coinvolgere di più il ricevente.
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