Disse Ulisse (o meglio, Dante)...

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"

sabato 6 gennaio 2018

Luna adesso sei madre

"Per chi non fraintenda/narra la leggenda/di quella gitana/che pregò la luna bianca nel ciel"

Adoro la profonda essenzialità del racconto mitologico e leggendario (non per nulla ho dedicato una serie di video alla mitologia egizia) e questa canzone è quanto di più simile ci sia a un arcano canto mitologico. È fantastica e poetica e la voce malinconica e soffusa della cantante crea un sublime effetto di sospensione nel tempo: un vero capolavoro.




Sto riscoprendo in questo periodo il fascino del mito come mezzo di comunicazione e mi piacerebbe scrivere qualche racconto mitologico, cosa che ho già provato a fare con la serie su Dilbat. Gran parte del fascino del mito sta secondo me nel rapporto conflittuale che questo ha con l'ambientazione temporale: il mito è di per sé una storia sospesa nel tempo, ma ogni mito è legato a una determinata società vissuta in un tempo/luogo ben preciso. L'epopea di Gilghamesh o le gesta dei cavalieri della tavola rotonda sono entrambe storie senza tempo, ma è evidente che si svolgono in due contesti spaziotemporali differenti. All'interno della stessa ambientazione spaziale nel mito poi sono presenti spesso elementi di epoche differenti, vari anacronismi: esempio di ciò può essere la figura di Merlino, retaggio dei druidi celtici dell'antichità, in un contesto cristiano-medievale come la corte di re Artù.
Fraffrog, The brave
Moderno racconto mitologico/leggendario può essere il film d'animazione "Ribelle - The Brave". Il
film è ambientato in una Scozia di un'epoca indefinita ma allo stesso tempo sicuramente alto-medievale e vede Merida, una principessa energica, combattiva, testarda e indipendente, tra le altre cose riscoprire un antico mito o leggenda sull'origine del suo regno. Il cartone ha tutto il fascino della leggenda e del mio, e presenta tutte le sospensioni temporali e gli anacronismi del caso: la leggenda che riscopre Merida è ambientata in un'epoca ignota ma remotissima, ma nonostante ciò due suoi protagonisti sono ancora vivi, e all'interno della corte sono presenti vari anacronismi come gli scozzesi che combattono sia i vichinghi che i romani o che indossano il kilt. Questi ultimi possono essere visti come imprecisioni, ma per me sono anacronismi che cercano di dare un'aria di leggenda sospesa nel tempo.


La leggenda di Beowulf



Esempio ancora più interessante ma radicalmente opposto può essere invece il film d'animazione "La leggenda di Beowulf".
Questo film è radicalmente opposto a Ribelle: se quest'ultimo è leggiadro e poetico Beowulf è rozzo, volgare e diretto, è la trasposizione quasi fedele di un poema epico danese, e rappresenta l'eroe forte e virile dell'etica germanica, puntando a decostruirne il mito mostrandone la sua nascita: davvero emblematica e lapidaria è la  scena finale col ragionamento su chi fosse davvero Beowulf. Ma ciò che voglio analizzare nello specifico è l'uso dell'ambientazione temporale in questo film. Volendo mostrare l'origine della leggenda di Beowulf e demolirla, il film distrugge la magia del tempo ambientando le vicende in un periodo preciso, dal 507 in poi, e mostrando al contempo una precisa e storicamente accurata evoluzione socio-culturale del popolo germanico che nel giro di una generazione si converte al cristianesimo.


Questa sospensione nel tempo ricorda molto il sogno, e non a caso il principale ciclo mitologico aborigeno si chiama "tempo del sogno".
 

A dare una specifica connotazione onirica a questi racconti è il loro essere cantati accompagnati da musica, e qui ci ricolleghiamo alla canzone a inizio post, a quel moderno ma allo stesso tempo arcano canto mitologico che è "Figlio della Luna" dei Mecano.

"Era un canto antico, antico come la razza stessa, uno dei primi canti del mondo ancor giovane, quando i canti erano tristi."
 - Jack London, Il richiamo della foresta 

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Disse Anton Ego...

"Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale."