"Per chi non fraintenda/narra la leggenda/di quella gitana/che pregò la luna bianca nel ciel"
Adoro la profonda essenzialità del racconto mitologico e leggendario (non per nulla ho dedicato una serie di video alla mitologia egizia) e questa canzone è quanto di più simile ci sia a un arcano canto mitologico. È fantastica e poetica e la voce malinconica e soffusa della cantante crea un sublime effetto di sospensione nel tempo: un vero capolavoro.
Sto riscoprendo in questo periodo il fascino del mito come mezzo di comunicazione e mi piacerebbe scrivere qualche racconto mitologico, cosa che ho già provato a fare con la serie su Dilbat. Gran parte del fascino del mito sta secondo me nel rapporto conflittuale che questo ha con l'ambientazione temporale: il mito è di per sé una storia sospesa nel tempo, ma ogni mito è legato a una determinata società vissuta in un tempo/luogo ben preciso. L'epopea di Gilghamesh o le gesta dei cavalieri della tavola rotonda sono entrambe storie senza tempo, ma è evidente che si svolgono in due contesti spaziotemporali differenti. All'interno della stessa ambientazione spaziale nel mito poi sono presenti spesso elementi di epoche differenti, vari anacronismi: esempio di ciò può essere la figura di Merlino, retaggio dei druidi celtici dell'antichità, in un contesto cristiano-medievale come la corte di re Artù.
Fraffrog, The brave |
film è ambientato in una Scozia di un'epoca indefinita ma allo stesso tempo sicuramente alto-medievale e vede Merida, una principessa energica, combattiva, testarda e indipendente, tra le altre cose riscoprire un antico mito o leggenda sull'origine del suo regno. Il cartone ha tutto il fascino della leggenda e del mio, e presenta tutte le sospensioni temporali e gli anacronismi del caso: la leggenda che riscopre Merida è ambientata in un'epoca ignota ma remotissima, ma nonostante ciò due suoi protagonisti sono ancora vivi, e all'interno della corte sono presenti vari anacronismi come gli scozzesi che combattono sia i vichinghi che i romani o che indossano il kilt. Questi ultimi possono essere visti come imprecisioni, ma per me sono anacronismi che cercano di dare un'aria di leggenda sospesa nel tempo.
La leggenda di Beowulf |
Esempio ancora più interessante ma radicalmente opposto può essere invece il film d'animazione "La leggenda di Beowulf".
Questo film è radicalmente opposto a Ribelle: se quest'ultimo è leggiadro e poetico Beowulf è rozzo, volgare e diretto, è la trasposizione quasi fedele di un poema epico danese, e rappresenta l'eroe forte e virile dell'etica germanica, puntando a decostruirne il mito mostrandone la sua nascita: davvero emblematica e lapidaria è la scena finale col ragionamento su chi fosse davvero Beowulf. Ma ciò che voglio analizzare nello specifico è l'uso dell'ambientazione temporale in questo film. Volendo mostrare l'origine della leggenda di Beowulf e demolirla, il film distrugge la magia del tempo ambientando le vicende in un periodo preciso, dal 507 in poi, e mostrando al contempo una precisa e storicamente accurata evoluzione socio-culturale del popolo germanico che nel giro di una generazione si converte al cristianesimo.
Questa sospensione nel tempo ricorda molto il sogno, e non a caso il principale ciclo mitologico aborigeno si chiama "tempo del sogno".
A dare una specifica connotazione onirica a questi racconti è il loro essere cantati accompagnati da musica, e qui ci ricolleghiamo alla canzone a inizio post, a quel moderno ma allo stesso tempo arcano canto mitologico che è "Figlio della Luna" dei Mecano.
"Era un canto antico, antico come la razza stessa, uno dei primi canti del mondo ancor giovane, quando i canti erano tristi."
- Jack London, Il richiamo della foresta
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