Disse Ulisse (o meglio, Dante)...

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza"

sabato 20 maggio 2017

Divagazione sul fumetto d'inizio '900 in un'esposizione sul controllo dell'industria culturale ai tempi del fascismo

A scuola in Scienze Umane abbiamo recentemente studiato l'industria culturale, cioè quel tipo d'industria che si occupa di produrre cultura (case editrici, produttori cinematografici), e io ho tenuto una piccola lezione sull'argomento, parlando dell'industria del fumetto all'inizio del '900 e di come durante il Ventennio il fascismo controllasse l'industria culturale. Ricevuti i complimenti del professore, mi sono convinto a pubblicare il testo che mi sono scritto per l'esposizione. Ci sono alcuni passaggi rivolti al pubblico a cui è rivolto (la mia classe), perciò ci sono due note esplicative.
Chiedo perdono nel caso saranno presenti eventuali imprecisioni.


Il fumetto come lo conosciamo noi oggi nacque nell'Ottocento. Divenne un fenomeno di massa nel 1895, col successo di Yellow Kid, pubblicato a strisce sul New York Word. In questa immaginae possiamo vedere il primo fumetto dove il protagonista si esprime attraverso le nuvolette, i baloon: infatti nelle prime strisce le sue frasi erano scritte all'interno del suo vestito giallo.



Passano gli anni e il fumetto si sviluppa in America, e tra gli anni ‘20 e ‘40 raggiunge il suo periodo d’oro: abbiamo in questo periodo Popeye, Flash Gordon e Topolino.

Il fumetto ha successo anche al di fuori dell’America, e si sviluppa in Italia quasi subito. Già nel 1908 il Corriere della Sera pubblicava le prime strisce a fumetti in un supplemento chiamato Corrierino. Vi risparmio una parte più noiosa riguardo il fatto che da noi inizialmente le nuvolette furono eliminate per essere sostituite in una didascalia in rima baciata, e veniamo a sodo: in Italia ha successo per due motivi principali: prima di tutto non richiede il saper leggere bene per essere capito, secondo è un intrattenimento economico, che possono permettersi davvero tutti, anche i contadini.
Nel dicembre 1932 esce il primo numero di Topolino.

Primo numero di Topolino 

31 ottobre 1922: Se la notte del 31 ottobre è la notte degli spiriti maligni, forse lo si può trovare conferma in questa data. Mussolini viene incaricato di formare il governo.
Mussolini prima di darsi alla politica fu maestro alle elementari e successivamente giornalista, quindi sapeva come comunicare ai giovani: per la sua propaganda punta tutto sul fumetto. Vi ricordate "La difesa della razza"?1 Quel giornale di propaganda che si occupava di propagandare la purezza della razza ariana. Era affidata a professionisti nell'illustrazione: non deve stupire che già nel 1923 Mussolini affidi ai migliori fumettisti sul mercato la produzione di fumetti di propaganda. I fumetti devono educare, e devono mostrare ai figli d’Italia il modello del giovane italico: Jumbo ad esempio è una rivista di fumetti dell’epoca, e ci mostra “Lucio l’avanguardista”, il cui protagonista è un giovane aviatore, un eroe maschio, che si dedica alla patria combattendo con coraggio, come fosse un romano antico. In questo periodo persino su Topolino si trovavano fumetti non Disney di propaganda… Ma il regime di Mussolini è arrivato anche oltre, proponendo propaganda con Topolino stesso. Non si tratta di un fumetto, ma di una registrazione radiofonica, dove Topolino… Va alla conquista dell’Abissinia!



Il negus è l'imperatore d'Etiopia. Avete sentito cosa afferma Topolino? Afferma di voler scuoiare i mori (termine aulico/desueto per dire negro) per farne guanti e cannibalizzarli come se fossero di cioccolata. Inoltre va notato come in questa semplice trasmissione radiofonica per bambini si confermi l'uso di armi chimiche nella guerra d'Etiopia: Mussolini fu a lungo accusato di averle usate, e l'Italia subì sanzioni da parte della Società delle Nazioni (l'ONU di allora), ma il governo italiano negò sempre di averne fatto uso... È interessante come in questa trasmissione radiofonica per bambini ciò venga invece confermato così candidamente.

Donald Duck


Ora arriviamo a un fatto curioso. Ora vi farò vedere un personaggio… Ecco a voi Donald Duck, Fancisca, come lo chiamate in Portogallo?2  Pato Donald, che è la traduzione letterale di Donald Duck. Noi invece in Italia lo chiamiamo Paolino Paperino! E non è l’unico personaggio che ha subito una rinominazione. Questa è una volontà del fascismo: italianizzare i termini e i nomi propri stranieri perché la sola lingua italiana ha dignità! Abbiamo Popeye, che noi chiamiamo Braccio di Ferro, oppure Superman. Ora, oggigiorno noi lo chiamiamo Superman, col nome originale, ma quando furono pubblicati in Italia i suoi primi fumetti venne chiamato… Ciclone. Uscendo fuori dal fumetto abbiamo Lauel and Hardy, da noi Stanlio e Ollio. Anche in Spagna c’era un regime fascista, con Francisco Franco, e infatti anche li sono stati rinominati: ecco a voi El Gordo y El Franco. Arriviamo anche a veri e propri controsensi: Vipiteno, città italiana in provincia di Bolzano. Siamo solo noi italiani a chiamarla così, il resto del mondo la chiama Sterzing, dal nome tedesco che aveva prima del regime fascista.

Se è l’industria culturale a dirci la maggior parte delle cose che sappiamo, chi controlla questa industria controlla ogni nostra informazione in possesso. Oggigiorno c’è una pluralità di controlli, e quindi c’è più possibilità di sapere informazioni differenti. Il fascismo, capito questo potere, puntò a controllare l’industria culturale. Nasce così nel 1937 il Ministero della cultura popolare, che controlla ogni produzione culturale da quel momento in avanti. Ministero della cultura popolare… Al popolo parve subito un'Inc. Cool 8 , tanto che fu amichevolmente soprannominato “Min.cul.pop.”.
Il Minculpop controllava la pubblicazione di film, libri e fumetti, e soprattutto controllava… Che non venisse importata cultura dall'estero. Molta meno letteratura straniera, film americani… E niente fumetti americani. Niente Popeye, niente Superman, niente Flash Gordon, niente Topolin… Ah no aspetta. Il minculpop permise a Topolino di continuare a pubblicare storie americane, e lo concesse solo a lui. Perché?



Ce lo spiega questa lettera, pubblicata su un numero di Topolino attorno al 1938: Eseguito da Anna Maria Mussolini, di anni 9, Via Nomentana 70, Villa Torlona. La figlia di Mussolini era un’accanita lettrice di Topolino, e Mussolini risparmiò il giornale per mere questioni famigliari. In particolare ci teneva a dare un giuoia a questa bambina, in quanto a soli 7 anni si ammalò di poliomielite, e la sua malattia portò Mussolini a una depressione così profonda da meditare di ritirarsi a vita privata. Non lo fece, e abbiamo avuto comunque la II Guerra Mondiale. Anna Maria morì nel 1968, a soli 38 anni, dopo aver contratto contemporaneamente sia un tumore al seno che la varicella.

A un certo punto però l’America entra in guerra contro l’Asse: il fumetto è la massima espressione della cultura americana, e Mussolini, per dimostrare l’avversione verso l’America e per questioni di propaganda… Rende illegale il fumetto con le nuvolette e fa chiudere anche Topolino. Le nuvolette vengono sostituite da didascalie in rima baciata, cosa che si faceva già all’inizio del ‘900. Mossa geniale: perché creare carrarmati efficienti quando puoi bandire i baloon?

Sopravviveranno principalmente solo fumetti di propaganda, ma di quelli ne abbiamo già parlato.

Ultima considerazione personale: al giorno d’oggi siamo iperstimolati, viviamo di informazioni spazzatura veloci e immediate, da assumere adesso e dimenticare tra cinque minuti. È forse per questo che sui social fanno tanto successo le ultime evoluzioni del fumetti, i meme e i web-comic, strisce immediate di sei vignette massimo ai quali devi mettere like e per dimenticarle dopo cinque minuti.


Dall'Agorà del Superuovo, Federico Paccani




1: Con la classe a fine gennaio siamo andati ad assistere a varie conferenze all'Università di Torino sul razzismo. La prima di queste riguardava il giornale di propaganda "La difesa della razza", dove concetti di propaganda razzista venivano accompagnati da illustrazioni fatte da professionisti.

2: Francisca è una ragazza portoghese che studia nella nostra classe, venuta in Italia per uno scambio culturale di un anno.

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Disse Anton Ego...

"Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale."